domenica 30 ottobre 2016

Bollettino Novembre 2016



Il nostro aggiornamento mensile sulle novità editoriali che più ci incuriosiscono, la terapia prescritta per dissolvere le brume e le serate troppo lunghe di questo mese.

Novembre ci offre:

Tuveri Igor (IGORT), My generation (Chiarelettere) 
Un viaggio psichedelico che ci fa assistere alla trasformazione della nostra società negli ultimi 40 anni, una macchina del tempo che seguendo le vicende di formazione di un gruppo di ragazzi trascinati dai propri sogni, fra Bologna e il Dams, la politica, l’eroina, le bombe, Londra, il punk e i fumetti di Pazienza, ci porta davanti alla nostra attuale immagine, una generazione travolta da sogni e miti che si sono inesorabilmente spenti negli anni di piombo. Una stagione irripetibile con una colonna sonora indimenticabile (Iggy Pop, Bowie, Lou Reed) e incantata da una cultura che sperimentava anche la controcultura.
Uno specchio riflesso.
Esce l’11 novembre


Haruf Kent, Trilogia della pianura (NNE Editore) 
In un pregiato cofanetto: Benedizione, Canto della Pianura, Crepuscolo.
Il caso editoriale dell’anno in una edizione a tiratura unica e limitata che propone in un’unica soluzione tutti i volumi della Trilogia offrendo anche diversi contenuti extra (articoli, lettere, interviste ed una piantina della cittadina di Holt).
Esce il 10 novembre


Roberto Saviano, La paranza dei bambini (Feltrinelli) 
Un romanzo sulle vite di adolescenti napoletani che si affiliano ad una paranza (un gruppo di fuoco camorrista) e iniziano una spietata guerra per il controllo dei quartieri sottraendoli alle fazioni delinquenziali avversarie. La paranza è la barca che nei nostri mari è utilizzata al tramonto e di notte: i pesci vengono ingannati da una luce che li attira nella rete, così come i giovani protagonisti, intontiti da soldi facili, scarpe firmate e armi automatiche finiscono nelle maglie della criminalità organizzata.
Indubbiamente uno spaccato di una realtà che da sempre Saviano indaga e che autenticamente racconta.
Esce il 10 novembre


Luis Sepulveda, La fine della storia (Guanda) 
Un romanzo di ampio respiro che attraversa tutta la storia del Novecento, dal Cile di Pinochet, alla Russia stalinista e alla Germania di Hitler fino alla Patagonia di oggi.
Un  ex guerrigliero cileno che si è finalmente ritirato a tranquilla vita privata viene suo malgrado “richiamato” dai servizi segreti russi ad operare per stanare un pericoloso criminale che si scopre essere legato al protagonista.
Epico.
Esce il 2 novembre


Harry Parker, Anatomia di un soldato (SUR) 
Tre personaggi, un capitano inglese, un ribelle afghano e un ragazzo di un pacifico villaggio asiatico, che raccontano la crudele ordinarietà della guerra, di qualsiasi guerra. L’originalità è data dalla suddivisione del romanzo in capitoli in ciascuno dei quali è un oggetto a fare da testimone alle vicende: una bomba, una bicicletta, una borsa, sono le voci atone che costruiscono le storie dolorose dei protagonisti, svelandone pian piano le dinamiche e i collegamenti.
Un’audace sperimentazione per raccontare dolore e distruzione ma anche l’umanità che resta, sempre, in fondo ai cuori devastati.


Jose Lezama Lima, Paradiso (SUR) 
Uscito nel 1966, è stato selezionato da El Mundo come uno dei cento migliori romanzi del Novecento. L’autore cubano racconta in un libro che fu ritenuto scandaloso e perverso l’intera vita (impiegò diciassette anni per scriverlo) del controverso poeta Olaya e della sua famiglia.
Doveva trattarsi di una biografia, ma la prosa ricca, logorroica, ne fa un trattato di scrittura, un modello di lettura, un romanzo di formazione che insegna a vivere.
Lo aspettavamo …


Charles Shields, L'uomo che scrisse il romanzo perfetto, (Fazi) 
La prima biografia autorizzata di John Williams, l’autore di Stoner, un libro che tra luci e ombre è comunque considerato un cult. Chi era lo scrittore che si nascondeva alle luci della ribalta e il cui alter ego letterario, invece, ha avuto un riscontro così  rumoroso se pur ad anni di distanza? In comune pare che i due abbiano avuto solo una vita apparentemente insignificante.
L’autore è un apprezzatissimo biografo (citiamo Kurt Vonnegut e Harper Lee, tra gli altri) e racconta per la prima volta quale storia ha dato vita al professore universitario più letto degli ultimi anni.
Imperdibile per tutti gli “stoneriani”.


Chiara Rapaccini, Baires (Fazi) 
Lei è stata per una vita la compagna di Mario Monicelli: in questo che è un libro molto particolare, racconta biograficamente il lutto di una donna di mezza età che disegna storie per bambini e si ritrova a vivere un mistero, scrivendo così in maniera suggestiva ed ironica un noir inaspettato.
Lo hanno definito insolito ed originale.
Sicuramente incuriosisce.


Virginia Woolf, Oggetti solidi – Tutti i racconti e altre prose (Racconti Edizioni) 
Per nostra immensa fortuna, dato che in maniera abbastanza inspiegabile fino ad ora non era disponbile nessuna traduzione italiana di queste opere, un team di traduttori e studiosi della Racconti Edizioni ci regala l’intera raccolta dei racconti di Virginia Woolf. Pieghe di vita, brandelli di esistenze,  il magico potere dei racconti a rivelare (anch’essi) la grandezza indiscutibile di una immensa scrittrice.
Imperdibile.


Stephen Graham Jones, Albero di Carne (Racconti Edizioni) 
Udite udite, questi sono racconti dell’orrore. Jones è un assoluto maestro del genere che può contare sull’endorsement (oggi va di moda questo termine) di nomi quali Joe R. Lansdale e Stephen King. Paragonato come stile a Shirley Jackson, la sua specialità è tenere sospeso il lettore terrorizzato fino ad un finale che si rivela sempre inatteso. Negli States è osannato, adesso lo esponiamo agli attenti amanti del genere.
Qui lo si legge SICURO!


Arto Paasilinna, La prima moglie e altre cianfrusaglie (Iperborea) 
Lo humour dissacrante del prolifico scrittore irlandese punta in questo romanzo alla compulsiva dipendenza dagli oggetti che ci accomuna un po’ tutti. Una smania di possesso, classificazione, affastellamento che ci riempie le case  “nell’illusione di tappare i fori da cui la vita ci sfugge ogni giorno”.
Il protagonista è un ricco assicuratore collezionista di oggetti fra i più impensabili (a cominciare dalla moglie, cimelio vivente) per recuperare i quali gira per tutta Europa. La ricerca forsennata esalta la sua immaginazione e così ogni sua avventura è un’occasione per rivisitare tempi ed epoche storiche, in una rocambolesca giostra di luoghi e storie come al solito narrate in quello stile divertente che è tipico dello scrittore.
Esce l’11 novembre


Jan Brokken, Il giardino dei cosacchi (Iperborea) 
Un libro dedicato alla ventennale amicizia fra un nobile russo e Dostoevskij, la cui storia si dipana tra le vicende personali dei due ed una profonda riflessione sulla storia russa dell’Ottocento, il luogo di un potere che non vuole cedere il passo alla libertà che tanto si urla in Europa, un paese comunque vibrante di ideali romantici ben cantati dalla letteratura russa dell’epoca.
Per gli amanti dei romanzi storici.
Esce il 24 novembre.


Marcello Fois, Quasi grazia (Einaudi) 
Lo scrittore dedica a Grazia Deledda questo suo ultimo libro, un romanzo la cui scrittura teatrale è stata già montata e approderà sulle scene con Michela Murgia nel ruolo dell’unica donna italiana ad avere vinto il Nobel per la Letteratura.
Da leggere senza se e senza ma.
Esce il 29 novembre.


Mario Vargas Llosa, Crocevia (Einaudi)  
«L'idea di questo romanzo nacque con l'immagine di due amiche che all'improvviso una notte, in un modo del tutto inatteso, vivono un'avventura erotica. Poi si andò trasformando in una storia poliziesca, quasi un thriller, e il thriller pian piano divenne un affresco della società peruviana negli ultimi mesi della dittatura».
Il resto leggetelo, se vi intriga.
Abbiamo lasciato per questo motivo all’autore stesso il compito di presentare questo suo romanzo.
Intriga, no?
Esce l’8 novembre.

Paolo Cognetti, Le otto montagne (Einaudi) 
Prova romanzo per l’autore milanese che sta raccogliendo molto consenso ed è più noto per le raccolte di racconti. La sua amata montagna è la protagonista, intesa come modo di vivere la vita, come metafora delle relazioni umane che possono essere accidentate ma anche rocciosamente solide, come allegoria di uno sforzo continuo per ambire ad una vetta che altro non è che il nostro posto nel mondo, alla cui ricerca siamo eternamente votati. La storia è quella di un’amicizia fra due ragazzi che diventano uomini fra baite e massicci.  
Esce l’8 novembre.


Alice Munro, Una cosa che volevo dirti da un po’ (Einaudi) 
Prosegue l’opera di pubblicazione completa da parte della Einaudi  del premio Nobel per la Letteratura 2013. Questa è la seconda raccolta (datata 1974) composta da  tredici storie accomunate da flashback su un passato che non lo è mai del tutto, e che tramanda fuochi mai domati, rancorosi, che continuano nel presente a consumare gelosie, relazioni e amori buoni o cattivi.
Esce il 29 novembre


Guglielmo Brayda, Effetti collaterali dei sogni (Voland) 
Realtà, allucinazione, sonno, veglia: tutto si mischia in questo originale romanzo in cui uno studioso di neuroscienze vive due tormentate storie d’amore. Colto e atipico, l’autore scandaglia la vita sentimentale attraverso una lente scientifica che però non toglie vigore narrativo alla storia.
Nuovo.


Rainer Maria Rilke, I racconti (Guanda) 
La Praga asburgica disegnata con malinconia dal complesso mondo interiore di Rilke, racconti quasi impressionisti che riportano agli antichi fasti le vacanze sul Baltico, gli uffici imperiali, le feste borghesi, gli artisti boemi. Lo sguardo è insieme malinconico ed ironico, un’inquietudine che presagisce la fine di una civiltà anacronistica.
Siamo di fronte a piccoli classici della letteratura.
Esce il 10 novembre.


 Buone Letture! E fateci sapere, eh ...

sabato 15 ottobre 2016

Di scrittori noti ...

Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d'amore (Einaudi Super ET)

Parlare di Carver richiede un lungo elenco di incoscienti difetti:

- far finta di ignorare che tutti i più grandi critici della letteratura mondiale si siano espressi attraverso fiumi di parole e tonnellate di pagine sulla sua opera
- osannare un genere letterario, il racconto breve, che pare essere uno dei meno amati dal pubblico dei lettori
- trascurare che comunque un'elevatissima percentuale di chi leggerà queste righe appartiene alla schiera degli amanti dei racconti e che quindi conosce alla perfezione tutta la sua produzione 
- presentare testi in cui l'essenziale, ciò che vuole essere raccontato, il senso ultimo che muove i protagonisti è volutamente e irritantemente omesso
- approcciare ad uno stile che definire minimalista è eufemistico, per cui non c'è da spendersi in roboanti descrizioni di una prosa ricca, densa, metaforica. Nulla di tutto questo. 
- fingere di non riconoscersi in quelle "persone a cui non tornano i conti" di cui lui parla riferendosi ai principali protagonisti della sua scrittura
- ammettere che leggerlo equivale a lasciarsi addosso un senso di irrisolta attesa che è l'esatta antitesi di quello che di solito ci si aspetta dalla lettura.

Fatta questa doveroso premessa mi accingo anche io a scrivere di Raymond Carver. 

Diciassette "short cuts" (il termine è del regista Robert Altman che ha intitolato così un film del 1993 tratto da suoi racconti, appunto) in cui si dovrebbe parlare dell'amore. In realtà non se ne parla mai direttamente, lo si affronta in maniera trasversale, passandoci attraverso, tagliandolo a pezzetti, esaminando qualcosa che non si capisce per definizione; e quindi non ci si aspetta affatto una risposta alla domanda "di cosa parliamo". 

Eppure c'è. 

Lo si avverte, lo si percepisce come un movimento tra le righe, con la coda dell'occhio, lo si ritrova in quello che fanno i personaggi nei loro ambienti domestici, così simili tra di loro, così implacabilmente ordinari. É il fantasma che si aggira per questi racconti affilati, lame di un'umanità devastata che vive esistenze di facciata dietro la quale si nascondono disperazione, anime incattivite, asti e rancori germogliati sull'insoddisfazione giornaliera. Vite immerse in una melma di convenzionalità dalla quale è quasi impossibile uscire, vite represse che diventano la miccia di una quotidianità che implode. Non si ha la sensazione di trovarsi al cospetto di personaggi quanto di individui conosciuti, frequentati, le cui sofferenze, le cui storie di coppia consumate, risuonano pesantemente; e fanno ancora più male perché ciniche se non crudeli. 

Ciò di cui di si parla, dunque, è raccontato con uno stile così asciutto, così scarno che più che parole sembrano sguardi attenti a ciò che circonda, uno zoom su dettagli e particolari che più che descrivere fa provare. 

Scrive Diego De Silva nella prefazione "Il talento dell'imprecisione":
(...) conta solo misurarti con la quota di verità che la tua scrittura inventa, e di cui non sospettavi l'esistenza quando hai cominciato a mettere le parole in fila.
Non è necessario che le cose si risolvano, che i conti quadrino, che capo e coda siano agli estremi opposti del racconto: questa è la lezione di Carver

Che è la lezione che ognuno di noi paga alla propria esistenza.






Bugiardini d'autunno: di campane da sollevare

Sylvia Plath, La campana di vetro (Mondadori)

Ci sono libri che aspettano. Attendono pazienti che si possa leggerli ...

 

Uno stile lineare e pulito, che traduce un pensiero adolescenziale, racconta per la prima metà del romanzo l'ingenuo affacciarsi di una ragazza diciannovenne alla società crudele e patinata dell' America degli anni Cinquanta, vincitrice di un soggiorno a New York offerto da una casa di moda per la quale dovrebbe iniziare a scrivere. L'essere catapultata fuori da una provincia molto chiusa e gretta nella grande metropoli inebria prima e pian piano destabilizza la giovane. Si disegna a poco a poco quello che la stessa protagonista chiama "uno zombie", un lato oscuro di insoddisfazione e inadeguatezza che le fa calare addosso una "campana di vetro", rinchiudendola in un mondo alienato, confondendo la necessità di proteggersi con lo schiacciarsi da sola verso l'inesorabile strada dello squilibrio. 
La seconda parte vede cambiare in maniera radicale lo stile che diventa spezzato, confuso, a tratti frenetico o insensatamente languido. 
Eran ventun notti che non dormivo. Mi sembrava che la cosa più bella del mondo doveva essere l'ombra, le mille mobili forme e i mille anfratti dell'ombra. C'era ombra nei cassetti delle scrivanie, negli armadi, nelle valigie, ombra sotto alle case, gli alberi, le pietre, ombra dietro gli occhi e i sorrisi della gente, e ombra, miglia e miglia e miglia di ombra, sulla faccia notturna della terra. 
La sua volontà è annientata, la realtà intorno si confonde con i sogni cupi di una autodeterminazione al porre fine a tutto. Tornata al suo paese il bigottismo dei concittadini, l'incapacità di comprensione della madre, l'orrore delle cure psichiatriche aggraveranno ulteriormente le sue condizioni fino a che una dottoressa non la avvierà con pazienza verso una lenta guarigione.

Mi ha molto colpito la storia della pubblicazione:
Dubito che a qualcuno mai venga in mente di leggere questo libro
Questa frase è tratta dalla lettera di rifiuto che fu inviata da una casa editrice dopo che l'autrice aveva rivelato il suo vero nome (sotto pseudonimo aveva già ricevuto un diniego da un altro editore); nonostante la sua fama di poetessa, le pagine travagliate di una donna depressa sembrarono troppo inadatte al pubblico di figli del baby boom del dopoguerra. 
Nel 1963 il romanzo fu poi pubblicato, sotto pseudonimo, da un altro editore a Londra. 

Un mese dopo Sylvia Plath morì suicida.
E' la sua unica opera in prosa e la madre ostacolò in ogni modo la pubblicazione negli Stati Uniti, dove comparve sugli scaffali solo nel 1971

Scrivevo nella prima riga di questo bugiardino che certi libri hanno un peso che va al di là del valore letterario o dell'incanto narrativo; perchè riaccendono echi, costringono a fermarsi a riflettere su quanto le convenzioni, le costruzioni ingabbianti delle morali, i pregiudizi possano diventare più spesso di quel che si possa credere campane di vetro sospese sulle nostre anime. Credo che esse si abbassino e si rialzino molte volte nel corso delle nostre esistenze, e ciò che serpeggia nelle pagine di questo romanzo è la paura segreta che cova dentro ognuno di noi di rimanere prima o poi stanchi e senza forze, rischiando di non riuscir più ad infrangere muri di cristallo. 

Così come ci si ritrova a pensare che le frustrazioni, gli sgomenti, il sentirsi incapaci o inadatti spesso più che risultato di patologie psichiatriche non sono altro che un mancato riconoscimento della diversità di ognuno di noi da parte di società fossilizzate su etiche, preconcetti, e fanatismi che diventano comportamenti standard al di fuori dei quali non si è più "normali'. Troppo spesso è lo stesso ambiente intorno a noi a tenerci entrambe le mani, su quella campana, strumentalizzando i concetti stessi di "follia" e "normalità".

E quando si chiude il libro dopo aver letto l'ultima pagina si respira a pieni polmoni guardando verso l'alto, rammaricandosi soltanto che la stessa sorte o forse lo stesso coraggio sia mancato a chi quelle pagine di riscatto finale ha scritto.

Bugiardini d'autunno: di sport e rivoluzioni

Mauro Berruto, Independiente Sporting, Baldini&Castoldi



Un libricino che regala un paio d'ore serrate di una lettura sobria ma non per questo meno intensa, misurata nei toni e nelle parole ma toccante, che unisce la bella e amara storia del Sudamerica della prima metà del Novecento con quella diversa ma sempre crudele dell'Europa delle guerre mondiali e delle migrazioni transoceaniche. 

Nel 1952 in un piccolo villaggio colombiano arrivano Ernesto e Alberto, due giovani poco più che ventenni il cui destino sarà quello di diventare gli eroi di un'intera generazione; si fermano 15 giorni per allenare una strampalata squadra di calcio di campesinos che però grazie a loro vivrà un brevissimo momento di gloria, che non li porterà a diventare famosi ma cambierà le loro vite. 

Storie di calciatori, dell'eroismo della povera gente, di un pallone di cuoio cucito a mano che rotola su un campo polveroso su cui si disegna arditamente il modulo del Grande Torino. 

Ed è bello ripercorrere tra le righe il sogno del Che, che sembra ormai anacronistico e imbolsito ma che riacquista fiamma quando i riferimenti alle tragiche traversate degli emigranti italiani verso l'Argentina ricordano il nostro Mediterraneo oggi e l'eterno pellegrinaggio di chi scappa dalla morte rischiando ancora morte. 

Un libro imprescindibile per i lettori amanti del calcio, di uno sport sano che porta ancora in sé l'eco delle gesta del Torino distrutto tragicamente sulla collina di Superga nel 1949, l'orgoglio dei giocatori argentini vittime della vergogna del cupo Mondiale del 1978 organizzato dal dittatore Videla. Ma anche per chi ha vissuto quegli anni spettatore delle tristi sorti dei desaparecidos e delle madri di Plaza de Mayo. 

Un libricino che racconta dello sport che unisce le persone e le genti, affiata, amalgama, abbatte qualsiasi egoismo o patriottismi vacui; parla di un calcio che fu, di gioco di squadra, perché da soli non si è niente e mischiando il sudore si alimenta la speranza. 

Un libricino che insegna che la fiammella dei sogni resiste anche alle tempeste più violente.

sabato 1 ottobre 2016

Bollettino Ottobre 2016




Oggi si inaugura il nostro "Bollettino" letterario, un aggiornamento mensile sulle novità editoriali per segnalare le uscite che più incuriosiscono, una sorta di terapia consigliata grazie ai libri in arrivo sugli scaffali.
Ovviamente si è scelto: il panorama editoriale offre numerosissimi titoli e quelli che qui si suggeriscono sono anche spunti provenienti da personali esperienze di letture o conoscenza degli autori. 
Proprio per questo motivo chiunque scorra questo post può, volendo, arricchire la lista nei commenti. 
Buone letture.

Ottobre ci offre:

Don De Lillo, Zero K (Einaudi) 

Il diciassettesimo romanzo dell'autore americano incentrato su una delle tematiche più controverse della letteratura e della filosofia: il rapporto tra la vita e la morte. Il titolo, infatti, si riferisce allo 0 kelvin, cioè il cosiddetto zero assoluto, la temperatura più bassa che si può ottenere:  il protagonista è un uomo il cui padre  è un miliardario finanziatore di una clinica segreta dove i corpi vengono crioconservati in attesa che la scienza scopra come farli tornare in vita. 
Trama accattivante.
(11 ottobre)


Ruggero Cappuccio, La prima luce di Neruda (Feltrinelli) 

L'autore napoletano impersona i panni del poeta Neruda per raccontare la sua drammatica espulsione dall'Italia: la narrazione intreccia  le corali voci di protesta di Moravia, Guttuso, Levi, la travolgente passione segreta per Matilde Urrutia, l'incantato soggiorno a Capri e il golpe a Isla Negra vent'anni dopo. L'amore e la storia in un libro che sembra davvero appassionante.
(20 ottobre)


Rodolfo Walsh, Per non parlar del morto (SUR) 

Undici racconti polizieschi scritti negli anni Cinquanta e pubblicati postumi nel 1987 secondo le regole d'oro della produzione del giallo, con una prosa limpida, un umorismo sottile e il classico rigore deduttivo dell'investigatore. SUR ripropone un autore argentino scomparso nel 1977: il suo nome risulta nell'elenco dei desaparecidos e il suo scritto più famoso (mai pubblicato mentre era in vita, Operazione Massacro) è oggi un classico della letteratura in Argentina.
Una scrittura impeccabile.
(fine ottobre)



Joe Lansdale, Paradise Sky (Einaudi) 

In quest'ultimo romanzo Joe Lansdale ci porta nel mondo dei cowboy, degli indiani e dei bufali imbizzarriti per raccontare la storia di Nat Love, un afroamericano destinato  vendicare la morte del padre i cui assassini lo perseguiteranno nella sua rocambolesca vita da soldato e pugile strappandogli amore e libertà. 
Qualcuno ha scritto che leggerlo equivale a guardare un film di Sergio Leone.
C'è da crederci.
(11 ottobre)


Chuck Palahniuk, Romance (Mondadori) 

"La felicità è una bomba a orologeria": in questi racconti il sogno americano è dilaniato dalla reale desolazione nascosta dietro sorrisi di plastica, false unioni, bambini poco innocenti, adolescenti compulsivi e adulti ottusi che imbottiscono le proprie vite di stereotipi con i quali stordirsi.
Pahlaniuk  è sempre un'esperienza da provare.
(18 ottobre)


Stephen King, Fine Turno (Sperling & Kupfer) 

Capitolo conclusivo della trilogia poliziesca inaugurata con Mr. Mercedes. Un caso apparente di omicidio-suicidio è l’innesco per rievocare il massacro del 2009 e far riapparire il killer che sette anni prima sembrava essere uscito di scena.
Per gli appassionati amanti dello Zio.
(11 ottobre)


Paul Beatty, Lo schiavista (Fazi) 

La prosa provocatoria di uno degli scrittori più audaci d’America, che con questo romanzo si è aggiudicato il National Book Critics Circle Award 2016 ed è stato incluso nella rosa dei finalisti del Man Booker Prize 2016. Si racconta della storia di Bonbon, ragazzo nero della lower-middle-class, vessato da mille umiliazioni, che si lancia nella più oltraggiosa delle azioni concepibili: ripristinare la schiavitù e la segregazione razziale nel ghetto dove è nato.
Una satira pungente.
(6 ottobre)


Don Robertson, L’uomo autentico (Nutrimenti) 

Scrittore dell’Ohio scomparso negli anni Ottanta e riscoperto e consacrato da Stephen King che lo ha definito "uno dei più grandi scrittori meno conosciuti degli Stati Uniti".
L'uomo autentico è il libro di un Robertson quasi sessantenne, e parla di vecchiaia, di illusioni tradite, di domande rimaste fatalmente senza risposta, di un riscatto ultimo, una sorta di regolamento di conti con la vita, che origina un libro duro e feroce con un finale sorprendente.
Incuriosisce.
(metà mese)


Domenico Dara, Appunti di meccanica celeste (Nutrimenti) 

Il nuovo romanzo dell'autore calabrese di Breve trattato sulle coincidenze
L'incontro tra la magia di un circo e le vite sospese di sette personaggi incompiuti. 
Una trama ispirata e appassionante sulla forza dei desideri e sulle seconde possibilità offerte dal destino.
(primi del mese)



James Baldwin, Stamattina stasera troppo presto (Racconti Edizioni) 

Unica raccolta di James Baldwin, scrittore nato ad Harlem nel 1924 e morto a Parigi nel 1987. Raccoglie tutti i temi cari al genio nero americano, l’esilio, la paura del ritorno, l’omosessualità e la minaccia razzista, la superstizione, sullo sfondo della cultura americana che va dal jazz ai gospel. Una complessità bianco e nera rivelata in tempi ancora immaturi, oggi purtroppo dimenticata ma drammaticamente attualissima.
(primi del mese)


Domenico Starnone, Scherzetto (Einaudi) 

Un insolito duello tra un nonno ed un nipote, un racconto tagliente che si svolge in tre giorni in una casa di Napoli che diventa teatro di rivalità, antichi rancori e speranze future, messe in scena da un settantenne abbrutito dalla solitudine ed un piccolo uomo che rappresenta la furia della vita.
La prosa di quest’autore è sempre sorpredente.
(11 ottobre)


Oakley Hall, Warlock (SUR) 

Warlock è una cittadina mineraria di frontiera  nel Far West di fine Ottocento, teatro delle vicende di un’umanità turbolenta composta da minatori, sceriffi, avventori di saloon, prostitute. Un romanzo corale, un western classico pubblicato per la prima volta nel 1958 e che molti dicono precorra Meridiano di sangue di Cormac McCarthy.
Solo quest'ultimo riferimento lo rende necessario.
(metà mese)


Gianrico Carofiglio, L’estate fredda (Einaudi) 

La mafia pugliese degli anni Novanta tra cronaca e invenzione narrativa; un boss che collabora con la giustizia per risolvere il caso di un bambino scomparso. Uno sguardo inquietante sulla natura umana, protagonisti che si interrogano sul bene e sul male e la bella narrazione dello scrittore barese.
(25 ottobre)


Antonio Manzini, Orfani Bianchi (Chiarelettere) 

Dopo i romanzi di grande successo del vicequestore Rocco Schiavone, lo scrittore si misura con un personaggio femminile, una donna straniera che tra Roma e la Moldavia combatte contro un duro destino, che commuove per la sua umanità e che fa da specchio al controverso rapporto con l’universo sociale allargato che viviamo.
(20 ottobre)

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