venerdì 29 settembre 2017

Bibliopillola n. 23: Per non perdere la capacità di assaporare


Laia Jufresa, Umami, SUR


Il sapore della vita è inconfondibile perché li mischia tutti: l'amaro del dolore, il dolce dei sogni, dei progetti e dell'amore, il salato della curiosità e delle novità, l'acido delle delusioni e dei dissapori. 
È la vita stessa l'umami, il quinto indefinibile fra i gusti, che li amalgama  tutti insieme per creare un saporito indiscernibile e unico. 
Bella la scrittura che guida appassionando tra le vicende dei personaggi, vicini di un comprensorio in cui si condivide un cortile e le vite si fondono e intrecciano; la trama non è lineare, salta tra passato e presente, da un appartamento all'altro, lasciando che siano gli stessi protagonisti a presentarsi, a rivelare ciò che li unisce. 
E finisci per amarli tutti gli abitanti di "Villa Campanario", perché nel cortile sul quale si affacciano tutte le case c'è una campana di bronzo
e tutti quelli che vivono qui devono saltare il batacchio della campana per entrare e uscire dalle loro case
Come un pegno da pagare, come un gioco da fare insieme. 
Ho amato l'antropologo Alfonso Semitiel, il proprietario di tutto il comprensorio, il suo struggente racconto delle quotidiane idiosincrasie di un matrimonio come tanti, unico come tutti. 
L'adolescente Ana affacciata sulla vita che già la prende a schiaffi, la sua amica Pina alla ricerca di una madre che non la vuole, la giovane Marina che crea i colori per sfuggire al nero che si porta dentro, e tanti altri che ruotano intorno portando ricordi, agganci con il passato, fantasmi e viventi, la nonna "gringa" americana, la cardiologa superstiziosa, il padre musicista che prova ancora ad accordare una famiglia: tutti attori superlativi, camei che completano un quadro originale, commovente, impossibile da raccontare, come l'umami.

Un sapore che satura ma non si fa distinguere, irrisolto, complesso ma
 allo stesso tempo chiaro e tondo
come la vita di quelli che resistono meglio che possono. 

Fa da scenario una Città del Messico raccontata nelle sue mille contraddizioni, antica e moderna insieme, le vestigia di una città coloniale inghiottite da una capitale frenetica e disordinata, un crocevia di tradizioni e culture che spuntano ovunque tra le pagine, come il mais, i fagioli e le zucche della milpa, il magico amaranto, i tomatilli.

Le pagine della Jufresa si aprono su un mondo lontano e pressoché sconosciuto, ma al quale ti avvinghi già dalle prime righe, in nome di quella universale condizione degli individui che restano ancora disposti ad amare disperatamente quella stessa vita che può decidere di colpire duro. 
Imperdibile.


sabato 16 settembre 2017

Bugiardini: fra le letture di settembre

Quattro titoli fra i libri letti in questo caldo avvio di autunno che meritano un post. 
Molto diversi per stile, periodo, tematiche ma tutti consigliatissimi, se dovessero garbarvi.


Per viaggiare su un tappeto volante: dall’alto le distinzioni sono meno visibili
Mathias Enard, Bussola, edizioni e/o













Un gran bel viaggio, erudito e colto, scritto come le memorie di una vita contemporanea, con la struggente malinconia di un uomo che ha inseguito se stesso e l'amore seguendo una bussola che segna al posto del Nord un Est meraviglioso. Un musicologo austriaco orientalista, che ripercorre la sua ricerca di commistioni europee ed orientali a partire dai grandi compositori della Mitteleuropa, che si innamora, in un incantevole viaggiare tra Turchia, Siria, Iraq, di una studiosa francese. Un amore ideale anche se nutrito da mille interessi comuni, da notti nel deserto, fra le vestigia della grande Istanbul degli inizi del Novecento, gli insediamenti archeologici di Palmira, Aleppo e Raqqa non ancora distrutte e Teheran precedente alla rivoluzione islamica, insieme ai soggiorni a Vienna, nelle città balcaniche, perché tutte le città europee sono porte dell'Oriente. Un caleidoscopio di suggestioni, suoni, voci, culture; la musica sempre come sottofondo a esplorare la commistione profonda tra oriente e occidente, un cosmopolitismo profondo e immancabile per la millenaria frequentazione, ucciso dalla rispettiva curiosità culturale trasformatasi in volontà di predare, sopraffare. Profonde le riflessioni sulle spaccature islamiche oggi, sui combattenti dell'Isis che bruciano o distruggono elementi occidentali bollati come non islamici quando invece è proprio dalle loro città carovaniere e dai loro deserti che i primi europei hanno tratto spunto, accanendosi con ciò che in fondo proviene da loro. Occidentali che hanno acceso la jihad già durante la prima guerra mondiale, per garantirsi rinforzi coloniali negli eserciti, complici del massacro siriano. Alla fine della lunga notte insonne del protagonista, che srotola la sua vita, sapremo che oriente e occidente sono costruzioni dell'immaginario, a cui tutti non solo attingono ma sempre aggiungono. Come nell'amore, è impossibile la fusione ma si ama in una distanza che richiama sé e l'altro. Bellissime le pagine storiche, gli innumerevoli richiami alla seconda metà del Novecento tutta, quando la costruzione di un'identità europea come mosaico di nazionalismo ha cancellato le differenze e le molteplicità  che ci univano. Ha prevalso la dominazione, la sopraffazione, come spesso accade in amore. Una nota amara, alla fine di 400 pagine che sono un tappeto volante, è la constatazione che si è perso, per paura, ignavia, codardia, il gusto del viaggio erudito, non turistico, soppiantato dalla ricerca in rete, dai giri virtuali, dalla documentazione visualizzabile con un click, senza doverci soffiare via la polvere.


Per le prime serate in cui il tramonto piomba addosso troppo velocemente
Joe R. Lansdale, In fondo alla palude, Fanucci








Ogni volta che leggo Lansdale si apre un varco temporale che mi riporta indietro alla mia adolescenza, quando clandestinamente alternavo ai classici della letteratura i primi libri di Stephen King o Dean Koontz, narrativa tanto ingiustamente sottostimata sulla quale ci perdevo le nottate e il sonno. Sono passati anni dalla lettura del ciclo di Hap&Leonard e volendo recuperare  ho scelto questa bella edizione Fanucci. Fin dalle prime pagine ci si ritrova addosso la polvere del Texas, respirando l’atmosfera semplice e rude dell’America degli anni Trenta, quella di campi e piantagioni lontane dalle grandi città, contadini la cui vita ruota intorno a piccoli centri in cui si va ancora a cavallo e le botteghe dei barbieri rappresentano l’unico luogo in cui raccogliere notizie, storie e voci. I protagonisti sono due ragazzini in bilico tra le paure di un’infanzia sempre restia a crescere e i mostri reali che la vita para davanti; sono gli anni della depressione e del Ku Klux Klan, dei conflitti irrisolti tra bianchi e neri, degli orrori di una guerra lontana la cui eco raggiunge però le fattorie e i campi di cotone, la mancanza di speranza in un futuro oscuro come i volti della gente di colore ancora vittima di un razzismo ottuso e feroce. In effetti e con il senno di poi, quando si diventa inesorabilmente e definitivamente adulti,  si rimpiangono il mostro della palude e l'uomo nero, fantasie orrorifiche di un buio che è solo la parte sconosciuta di un mondo da esplorare o una stanza con la luce spenta. La consapevolezza del male di cui è capace un uomo è mille volte peggio delle creature che popolano le fantasie da bambini.


Per frequentare più vite possibili
Julio Cortazar, Tanto amore per Glenda, Guanda








10 racconti tirati fuori dalle pieghe dell'esistenza, una scrittura che crea realtà parallele con l'eleganza di chi fonde sapientemente immaginazione e quotidiano, cercando risposte al destino, ai perché, alle angosce. Dimensioni che si incrociano, punti di vista altri, simmetrie nascoste, comunicazioni impossibili: questo fa la letteratura. Spiega e dispiega la realtà; la destruttura per ricostruirla. Brevi storie a cercare punti di vista nuovi, perché c’è differenze nel mettersi da un lato o dall’altro dello specchio. Protagonisti e narranti si scambiano, si fondono e confondono, in un equilibrio aggraziato che solo la penna del Mago riesce a sostenere, in bilico su un filo. E allora le donne e i gatti hanno in comune lo stesso sguardo indecifrabile, i vicini non sono ciò che sembrano, certi cortocircuiti ci mettono in comunicazione con chi non c'è più o con chi sta vivendo la nostra stessa situazione altrove. In un doloroso tentativo di avvicinare la Parigi nella quale si è rifugiato e la Buenos Aires torturata dalla dittatura, Cortazar si conferma il grande genio capace di cambiare il mondo con le parole. 


Per un pomeriggio ai confini della realtà
Daphne du Maurier, Gli uccelli, Sellerio








Due incredibili racconti di una signora inglese del Novecento musa ispiratrice di Hitchcock. Un turbamento mai eccessivo ma sempre presente sin dalle prime righe, la sapiente capacità di creare un sottile senso di irrequietezza senza caricare orrorificamente, la paura instillata nel lettore pian piano, in un crescendo di inaspettati colpi di scena pagina dopo pagina. Una tensione tenuta sempre al limite, cosa non facile se si gioca con racconti brevi, chiusi in poche pagine.
"Le lenti azzurre" si svolge in una claustrofobica camera d'ospedale, dove una giovane donna temporaneamente cieca attende che le vengano tolte le bende affidandosi a suoni e impressioni. Il recupero della vista le mostrerà una realtà inaspettata. 
"Gli uccelli" è la storia di un assedio e del tentativo prima incredulo poi disperato di un contadino di barricarsi con la sua famiglia in una casa isolata sulla scogliera inglese, contro un incomprensibile, disumano e spietato attacco. 

120 pagine di pura inquietudine. 


Buone Letture
Emma&Valeria

venerdì 1 settembre 2017

September Mood

Il primo settembre è una data che inevitabilmente si carica di aspettative, fauste o nefaste: a livello di immaginario collettivo e a dispetto di calendari astronomici e condizioni metereologiche, segna la fine dell’estate.
Chi vi scrive lo fa con una temperatura esterna di ancora 34 gradi  alle ore 20 (giornata tutto sommato vivibile, se si considerano i picchi roventi che qui al sud questi ultimi mesi ci hanno regalato): abbastanza lontana da un autunno agognato, insomma, per cui la caccia alle nuove uscite editoriali è una sorta di scongiuro con la scaramantica intenzione di accelerare l’avvento delle serate frizzanti, delle foglie che cadono e dei primi plaid sul divano di lettura.
Me la vedo nera, tuttavia.
Mi consolo scegliendo, fra i titoli che escono oggi o nei prossimi due mesi, quelli più accattivanti, che si attendevano da tempo o semplicemente per la curiosità suscitata da autori ancora sconosciuti.

Come al solito la lista che segue è frutto di una scelta assolutamente arbitraria, poco razionale e molto di pelle.
Come al solito, avrò, coscientemente o meno, saltato un sacco di copertine che invece garberebbero a tanti.
Come al solito, avrò inserito nomi o tematiche che a qualcuno causeranno orticarie o pruriti.
Ho provato ad inserire per ogni libro una (laconica, e non poteva essere diversamente) risposta al “perché proprio questo?”
Ma chi leggerà potrà sempre integrare, commentare, cassare: magari anche aggiungendo qualche libro che risale a qualche mese fa ma ritenuto comunque imperdibile, il ricordo migliore, ad esempio, delle letture estive.


Vi lascio curiosare.
Attendendo un’aria più fresca: buona lettura.


Kate Tempest, Let them eat chaos, e/o 

Una giovane artista inglese che sta suscitando molto scalpore perché divenuta paladina della Londra degli emarginati: poetessa e musicista, “canta” in questo romanzo le gesta di una generazione sperduta e  confusa ma sempre pronta ad entusiasmarsi, alla frenetica ricerca di legami ed esperienze che saldino le lacerazioni e colmino il caos interiore.
Uno stile fresco e arrabbiato, lontano da populismi o facili demagogie, magistralmente tradotto.

Perché è scritto in maniera genuinamente schietta e per la incrollabile fiducia, sempre e comunque, nei giovani


Laurent Gaudè, Ascoltate le nostre sconfitte, e/o
L’accattivante trama intreccia una vicenda nel Libano contemporaneo (una spia francese ed un’archeologa irachena coinvolti nei loschi traffici dei tesori dei musei arabi) con le gesta storiche di eroi del passato (il generale Grant, Annibale, l’imperatore d’Etiopia durante il colonialismo fascista).
Personaggi molto diversi e distanti nei tempi e nei luoghi che servono a costruire un’unica testimonianza sull’inutilità della guerra e del concetto stesso di vittoria. 
Vincitore del premio Goncourt (che per chi scrive è sempre una garanzia), l’autore sarà ospite del Festival delle Letterature di Mantova nel settembre 2017.

Perché è contro qualsiasi idea di guerra


Yosuke Sakumoto, Il giovane robot, e/o

Uno scienziato crea un robot il cui compito è rendere felici gli uomini; mandato in incognita fra gli “umani”, entrerà presto in crisi nonostante la sua intelligenza artificiale, i suoi circuiti e le sue capacità logiche.
O forse proprio per questo.
Una giovane donna ignara della sua natura proverà ad aiutarlo.
Una storia originale e delicata, soprattutto se si pensa che l’autore l’ha scritta partendo dalla propria dolorosa esperienza con la schizofrenia.

Perché non bisogna mai smettere di riflettere sulla nostra umanità, su uomini e macchine, su uomini/macchina.

Aleksandr Puskin, Evgenij Onegin, Quodlibet
Un patrimonio della letteratura ristampato nella più bella traduzione fatta finora in italiano. Una storia d’amore tutta ottocentesca scritta dal più grande poeta russo  e tradotta da uno dei maggiori studiosi e dei migliori traduttori di questa lingua. Il suo primo Evgenij Onegin è del 1925, in verso libero; una traduzione che ha continuato a rivedere, limare, perfezionare per tutta la vita per arrivare a questa, insuperata.
Perché non si deve smettere di frequentare l’incantato confine tra letteratura e poesia. 

Roberto Barbolini, Vampiri conosciuti di persona, La nave di Teseo
Una surreale caccia al vampiro dall’appennino modenese al confine ungherese,
 dalla seconda guerra mondiale alla Transilvania.
Nazisti, calciatori, violinisti, in un caleidoscopico romanzo ironico e visionario.
Una trama inaspettata e insolita, una prova che può essere un azzardo ma sicuramente intriga.
Perché i vampiri in letteratura acchiappano sempre, anche se estrosi.


William Kent Krueger, La natura della grazia, Neri Pozza

Romanzo di formazione ambientato nel Minnesota: un momento di speranza per la nazione americana (è stato appena eletto il giovane presidente JFK) coincide con l’improvvisa e dolorosa crescita di un tredicenne che si ritrova coinvolto suo malgrado in un mondo precocemente adulto, fatto di tradimenti, falsità, tragiche scoperte.
Perché lo hanno definito una “elegia dell’innocenza”

Joseph Andras, I nostri fratelli feriti, Fazi
Un esordiente molto acclamato ma che declina eventi mondani ed onorificenze, dichiarando che preferisce la scrittura alla notorietà: la trama è ambientata in una città divisa tra due mondi e narra la tragica storia di un giovane idealista.
In realtà Andras romanza la vera storia dell’operaio francoalgerino che combattè per l’indipendenza del paese ma fu scambiato per un terrorista.
Algeri nel 1956 è lo scenario di una vicenda che mette in risalto le contraddizioni e la ferocia della guerra “controsovversiva” francese.

Perché narra di uno dei periodi storici più cruenti e poco conosciuti del secondo dopoguerra.


João Ricardo Pedro, Una cartolina da Detroit, Nutrimenti
In uno spaventoso incidente ferroviario perdono la vita molti studenti: a partire dal ritrovamento di uno zaino, un ragazzo  cerca di ricostruire gli ultimi giorni di vita della sorella il cui corpo non viene identificato tra le vittime straziate dalle lamiere. 
Sarà altrettanto difficile individuare dai quaderni ritrovati una persona che si credeva conosciuta e senza misteri e che si rivela invece molto lontana dall’immagine familiare. Pedro viene ritenuto il più interessante scrittore contemporaneo portoghese.

Perché sono rimasta incantata dal suo romanzo d’esordio, Il tuo volto sarà l’ultimo (Nutrimenti, 2015), e perché non bisognerebbe  mai fidarsi delle apparenze

Emiliano Monge, Terra Bruciata, La Nuova Frontiera

Autore messicano acclamato come una voce importante della nuova narrativa latinoamericana, in questo romanzo narra dell’orrore e della solitudine dei migranti di tutti i luoghi e di tutti i tempi, un mondo in cui gli esseri umani sono merci, in cui la violenza dei sequestratori resta sconosciuta al di fuori delle indagini giornalistiche. 
Un titolo che rilancia anche la casa editrice, che cambia la veste grafica con un nuovo logo e nuove copertine, soprattutto per la collana “Liberamente” che ospita anche questo testo insieme ad altre voci iberoamericane come Valeria Luiselli e Paco Ignacio Taibo II.

Perché talvolta i romanzi fanno più luce delle inchieste sulle drammatiche realtà contemporanee


George Saunders, Lincoln nel Bardo, Feltrinelli
Bardo in tibetano vuol dire transizione: un momento di passaggio, una sospensione, un limbo.
Per Saunders è un coro di spiriti che dall’America della guerra civile fino ai giorni nostri movimenta una notte surreale, offrendo lo spunto per riflettere sulla vita e la morte, sul dolore e il distacco, sull’assurdità delle esistenze umane. 
La trama si innesta sulla morte del figlioletto di Abraham Lincoln, consentendo a Saunders di mettere alla berlina le grandi imprese umane di fronte al mai accettato evento supremo di qualsiasi vita, di ogni individuo, mescolando la tragedia all'ironia, scegliendo come protagonista del suo primo romanzo (fino ad ora ha pubblicato racconti) un presidente americano.

Perché i racconti di Saunders li ho trovati tutti geniali, irriverenti e cinici, dissacranti e crudi nel mettere a nudo le pieghe dell'umanità.



Filippo de Matteis, Cuori di seppia, elliot

Alcuni versi scritti da una prigionia e rinvenuti casualmente mettono il giovane protagonista sulle tracce di una donna misteriosa morta vent’anni prima. 
Indagando su questi eventi remoti, si ritroverà a dover fare i conti con una verità sconosciuta e con la propria reale personalità, mascherata da un passato ignoto e da legami di sangue persi nella memoria.

Perché ci piacciono i noir psicologici e incuriosisce il giovane esordiente pugliese


Smith Henderson, Redenzione, Einaudi

Un esordio che la critica americana ha osannato, mettendo il nome di Henderson accanto a quello di Raymond Chandler e Denis Johnson: un padre e un figlio coinvolti in una disperata caccia all’uomo nelle valli del Montana, presi di mira dai federali quando un assistente sociale segnala che l’uomo, affetto da manie religiose, vive nei boschi con il malnutrito bambino. 
Una storia di fanatismo e violenza, di due individui braccati e di una rabbiosa ricerca che trasformerà tutti i protagonisti.

Perché evoca quelle fughe da se stessi che ognuno dovrebbe provare, una volta nella vita


Vladimir Nabokov, la gloria, Adelphi (copertina non disponibile)
La storia di un giovane gentile e idealista che insegue i propri sogni e vagheggia imprese valorose percorrendo in lungo e in largo l’Europa della rivoluzione bolscevica, dalla Crimea, alla Svizzera, alla Germania, rimanendo sempre preda dei propri impulsi magici e di creature femminili che lo stregheranno con una sapienza molto concreta che a lui sempre sfuggirà.  
Martin il protagonista si perde ogni volta nel vago, nel proibito, celando una profonda insicurezza che regala al romanzo una struggente malinconia.

Perché Nabokov va letto a prescindere



Luis Sepulveda, Storie ribelli, Guanda 
Racconti che ripercorrono quarant’anni, dal 1 settembre 1973 alla morte di Pinochet.
Ricordi, testimonianza, vicende che vedono protagonisti nomi come Saramago e Neruda, brevi storie dense a ricostruire un’epoca terribile e ancora oscura, un Cile celebrato nella sua bellezza naturale contaminata dal sangue di decenni di odio, la grande scrittura di Sepulveda a narrare come solo lui sa fare una vita avventurosa.

Perché non si è mai stanchi di leggere Sepulveda


Colson Whitehead, La ferrovia sotterranea, SUR

Nell’Ottocento schiavista americano esisteva una organizzazione segreta che aiutava le persone di colore a fuggire verso gli stati abolizionisti.
Questa rete veniva chiamata “the underground railroad” e Whitehead prende spunto dal nome per  un’invenzione letteraria originale e appassionante, una vera ferrovia sui cui treni la protagonista inizia il suo viaggio verso la libertà.
Il romanzo è stato pubblicato in America l’anno scorso vincendo sia il National Book Award che il Premio Pulitzer ed è diventato il simbolo dell’antirazzismo.

Perché continuiamo a vivere tempi bui, nonostante il tredicesimo emendamento


Megan Mayhew Bergman, Paradisi Minori, NNEditore

Una raccolta di racconti: vite comuni, i problemi quotidiani, l’umano confrontarsi con la giornaliera costruzione del sé, con la ricerca di affetti solidi, con l’inseguire mete e ambizioni.
Ogni storia unisce il protagonista ad un animale, che siano quelli domestici con i quali si condivide la casa o esemplari rari da studiare, a fondere in un’unica compassione tutte le creature perché accomunate dagli  stessi dolori, dalla stessa estenuante lotta per l’esistenza.
Perché i racconti del quotidiano, quando riescono, sono tra le più belle prove letterarie in generale

Simon Reynolds, Polvere di stelle, Minimum Fax
Lo scrittore americano è stato un accanito fan di David Bowie: in occasione della sua scomparsa ha ripercorso, utilizzando la musica come strumento critico, il periodo storico che va dagli inizi degli anni Settanta fino ai giorni nostri. 
Oltre ad una vasta panoramica sui fenomeni del glam-rock più fmaosi, inglesi e statunitensi, Reynolds scopre un universo artistico che nasce anche da suggestioni letterarie e filosofiche.
Una bella profondità analitica, oltre che l’accorato saluto di un fedelissimo del  Duca.  

Perché we can be heroes, just for one day, we can be us, just for one day


Arto Paasilinna, Emilia l’elefante, Iperborea  
L’irresistibile umorista finlandese ambienta questo suo ultimo romanzo in un circo, la cui mascotte, una elefantina, si ritrova ad attraversare l’Europa e la Russia per “tornare” alla natia Africa.
Paradossale e canzonatorio, tra situazioni grottesche e personaggi improbabili (umani e non), il finale regala anche, spenti i riflettori e le risate della sua nota penna, un amaro spunto di riflessione.

 Perché sono pazzi questi finlandesi …



Adalet Agaoglu, Una nebbiosa mattina di Ankara, L’asino d’oro edizioni
L’autrice è una attivista politica turca che ricostruisce, attraverso la voce della protagonista (una aspirante suicida) le contraddizioni e la bellezza umiliata della Turchia di Erdogan.
Un romanzo che svela, sotto la veste letteraria, una situazione storica spesso occultata dalle fonti di informazione.



Perché certe voci raccontano parole che altri non possono più dire


Rose Macaulay, La famiglia Potter, elliot

Due fratelli si ribellano alla famiglia conformista nella quale crescono, tra l’ipocrisia perbenista inglese, gli studi oxoniensi e la ricchezza ostentata. L’autrice inglese, scrittrice già dai primi anni del 1900, sotto l’influenza di Virginia Woolf e Anatole France, fu una figura parecchio chiacchierata per l’età edoardiana: riuscì a scattare la fotografia di un’epoca che già preludeva alla guerra, lasciandoci un ritratto di un periodo controverso che se da un lato vagheggiava ancora i fasti della regina Vittoria dall’altra si spendeva già nelle lotte per l’emancipazione femminile e per la tutela dei diritti.

Perché fa sempre bene ravvivare il ricordo di chi ha lottato per l’emancipazione


Mercedes Lauenstein, Di Notte, Voland
Venticinque storie scritte da un’ autrice tedesca al suo esordio: venticinque persone che fronteggiano gli abissi della notte pagando, nell’oscurità, il conto delle paure diurne. 
Attratte dal silenzio e della solitudine, si ritrovano faccia  a faccia con una donna che, in una Monaco silenziosa, sceglie una finestra rimasta illuminata, si siede con loro, beve, fuma, e li ascolta, in silenzio. 
Lascia che le loro ombre più scure si proiettino sui muri, perché la luce del sole è troppo abbagliante perché esse possano danzare allungandosi. La loro vera vita comincia al tramonto perché c’è chi non può o non vuole dormire.

Perché prima o poi dobbiamo spegnere la luce ...

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
Le informazioni contenute in questo blog, pur fornite in buona fede e ritenute accurate, potrebbero contenere inesattezze o essere viziate da errori tipografici. Gli autori si riservano pertanto il diritto di modificare, aggiornare o cancellare i contenuti del blog senza preavviso.
Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy e, in ogni caso, ritenuti inadatti ad insindacabile giudizio degli autori stessi.
Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi.
Gli autori del blog non sono responsabili dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.