lunedì 13 febbraio 2017

Bibliopillola n.17 Per favorire il cambiamento

(una piuma di pavone non teme la superstizione ...)

Alessandra Minervini, Overlove, LiberAria

In tempi in cui si cerca un significato a tutto, la novità consiste nel non darne. Accettando mancanze, incompletezze, défaillances e procedendo in ordine sparso, un po’ improvvisando un po’ costruendosi percorsi di mosaici, tessera dopo tessera. 

Più che altro, una mappa che non è detto porti ad alcun tesoro. 

Potrebbe però non essere importante: se si perde e ci si perde, si trova qualcos’altro, conta essere in credito, far avanzare piuttosto che lesinare. 

Overlove: mai abbastanza. 

Conta non scivolare con piedi incerti, aggrapparsi alle parole nel tentativo di capirci qualcosa raccontandosi.

Prova d'esordio originale e accattivante. Con uno stile che nelle prime pagine sembra disorientare, che mischia insieme ricordi e racconto, che evoca lasciando brandelli sparsi di vicende, si vestono due personaggi che non possono che emergere da una narrazione frammentata e da ricomporre, come le loro stesse vite; la storia di Anna e Carmine è una storia d'amore, impossibile come tutte le storie d'amore, che guarda avanti senza riuscire a liberarsi del passato, inseguita da fantasmi che proprio perché non esistono sono impossibili da combattere. È la storia di una donna che rincorre una improbabile rockstar mentre in realtà cerca di sopravvivere alla propria libertà; di un uomo che tenta una seconda vita senza convinzione, aggrappato ad un sè al quale non riesce a rinunciare, imparando che siamo ció che rimane da ciò che manca. Tra di loro, uomini che riciclano fallimenti, scrittori che si trincerano dietro le parole degli altri, donne che si inventano personaggi da recitare alla TV per scongiurare la morte, e un pavone sopravvissuto che non rinuncia alla sua ruota se pur spiumata. 

Una lettura sopra le righe, una scrittura sapiente e comunque sempre consapevole di non poter mai risolvere nulla di umano: perché si può rivelare solo ciò che manca. 

Seguiamo, incoraggiamo, sosteniamo le novità: non si può resistere a ciò che cambia, e abbiamo bisogno di aria nuova, anche nel panorama editoriale, soprattutto nel mercato “libresco”. 

Chissà che non si possa partire proprio di qua. 

Dalle parole, come sempre, come fingiamo di dimenticare.

In bocca al lupo ad Alessandra e a LiberAria. 

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