Quattro titoli fra i libri letti in questo caldo avvio di
autunno che meritano un post.
Molto diversi per stile, periodo, tematiche ma
tutti consigliatissimi, se dovessero garbarvi.
Per viaggiare
su un tappeto volante: dall’alto le distinzioni sono meno visibili
Mathias Enard, Bussola, edizioni e/o
Un gran bel viaggio, erudito e colto, scritto come le
memorie di una vita contemporanea, con la struggente malinconia di un uomo che
ha inseguito se stesso e l'amore seguendo una bussola che segna al posto del
Nord un Est meraviglioso. Un musicologo austriaco orientalista, che ripercorre
la sua ricerca di commistioni europee ed orientali a partire dai grandi
compositori della Mitteleuropa, che si innamora, in un incantevole viaggiare
tra Turchia, Siria, Iraq, di una studiosa francese. Un amore ideale anche se
nutrito da mille interessi comuni, da notti nel deserto, fra le vestigia della
grande Istanbul degli inizi del Novecento, gli insediamenti archeologici di Palmira,
Aleppo e Raqqa non ancora distrutte e Teheran precedente alla rivoluzione
islamica, insieme ai soggiorni a Vienna, nelle città balcaniche, perché tutte
le città europee sono porte dell'Oriente. Un caleidoscopio di suggestioni,
suoni, voci, culture; la musica sempre come sottofondo a esplorare la
commistione profonda tra oriente e occidente, un cosmopolitismo profondo e
immancabile per la millenaria frequentazione, ucciso dalla rispettiva curiosità
culturale trasformatasi in volontà di predare, sopraffare. Profonde le
riflessioni sulle spaccature islamiche oggi, sui combattenti dell'Isis che
bruciano o distruggono elementi occidentali bollati come non islamici quando
invece è proprio dalle loro città carovaniere e dai loro deserti che i primi
europei hanno tratto spunto, accanendosi con ciò che in fondo proviene da loro.
Occidentali che hanno acceso la jihad già durante la prima guerra mondiale, per
garantirsi rinforzi coloniali negli eserciti, complici del massacro siriano.
Alla fine della lunga notte insonne del protagonista, che srotola la sua vita,
sapremo che oriente e occidente sono costruzioni dell'immaginario, a cui tutti
non solo attingono ma sempre aggiungono. Come nell'amore, è impossibile la
fusione ma si ama in una distanza che richiama sé e l'altro. Bellissime le
pagine storiche, gli innumerevoli richiami alla seconda metà del Novecento
tutta, quando la costruzione di un'identità europea come mosaico di
nazionalismo ha cancellato le differenze e le molteplicità che ci univano. Ha prevalso la
dominazione, la sopraffazione, come spesso accade in amore. Una nota amara,
alla fine di 400 pagine che sono un tappeto volante, è la constatazione che si
è perso, per paura, ignavia, codardia, il gusto del viaggio erudito, non
turistico, soppiantato dalla ricerca in rete, dai giri virtuali, dalla
documentazione visualizzabile con un click, senza doverci soffiare via la
polvere.
Per le prime serate in cui il tramonto
piomba addosso troppo velocemente
Joe R. Lansdale, In fondo alla palude, Fanucci
Ogni volta che leggo Lansdale si apre un varco temporale che
mi riporta indietro alla mia adolescenza, quando clandestinamente alternavo ai
classici della letteratura i primi libri di Stephen King o Dean Koontz, narrativa
tanto ingiustamente sottostimata sulla quale ci perdevo le nottate e il sonno.
Sono passati anni dalla lettura del ciclo di Hap&Leonard e volendo recuperare
ho scelto questa bella edizione Fanucci.
Fin dalle prime pagine ci si ritrova addosso la polvere del Texas, respirando l’atmosfera
semplice e rude dell’America degli anni Trenta, quella di campi e piantagioni
lontane dalle grandi città, contadini la cui vita ruota intorno a piccoli
centri in cui si va ancora a cavallo e le botteghe dei barbieri rappresentano l’unico
luogo in cui raccogliere notizie, storie e voci. I protagonisti sono due
ragazzini in bilico tra le paure di un’infanzia sempre restia a crescere e i mostri
reali che la vita para davanti; sono gli anni della depressione e del Ku Klux
Klan, dei conflitti irrisolti tra bianchi e neri, degli orrori di una guerra
lontana la cui eco raggiunge però le fattorie e i campi di cotone, la mancanza
di speranza in un futuro oscuro come i volti della gente di colore ancora
vittima di un razzismo ottuso e feroce. In effetti e con il senno di poi, quando
si diventa inesorabilmente e definitivamente adulti, si rimpiangono il mostro della palude e
l'uomo nero, fantasie orrorifiche di un buio che è solo la parte sconosciuta di
un mondo da esplorare o una stanza con la luce spenta. La consapevolezza del
male di cui è capace un uomo è mille volte peggio delle creature che popolano
le fantasie da bambini.
Per
frequentare più vite possibili
Julio Cortazar, Tanto amore per Glenda, Guanda
10 racconti tirati fuori dalle pieghe dell'esistenza, una
scrittura che crea realtà parallele con l'eleganza di chi fonde sapientemente
immaginazione e quotidiano, cercando risposte al destino, ai perché, alle
angosce. Dimensioni che si incrociano, punti di vista altri, simmetrie
nascoste, comunicazioni impossibili: questo fa la letteratura. Spiega e
dispiega la realtà; la destruttura per ricostruirla. Brevi storie a cercare
punti di vista nuovi, perché c’è differenze nel mettersi da un lato o dall’altro
dello specchio. Protagonisti e narranti si scambiano, si fondono e confondono,
in un equilibrio aggraziato che solo la penna del Mago riesce a sostenere, in
bilico su un filo. E allora le donne e i gatti hanno in comune lo stesso
sguardo indecifrabile, i vicini non sono ciò che sembrano, certi cortocircuiti
ci mettono in comunicazione con chi non c'è più o con chi sta vivendo la nostra
stessa situazione altrove. In un doloroso tentativo di avvicinare la Parigi
nella quale si è rifugiato e la Buenos Aires torturata dalla dittatura,
Cortazar si conferma il grande genio capace di cambiare il mondo con le parole.
Per un
pomeriggio ai confini della realtà
Daphne du Maurier, Gli uccelli, Sellerio
Due incredibili racconti di una signora inglese del
Novecento musa ispiratrice di Hitchcock. Un turbamento mai eccessivo ma sempre
presente sin dalle prime righe, la sapiente capacità di creare un sottile senso
di irrequietezza senza caricare orrorificamente, la paura instillata nel lettore
pian piano, in un crescendo di inaspettati colpi di scena pagina dopo pagina. Una
tensione tenuta sempre al limite, cosa non facile se si gioca con racconti
brevi, chiusi in poche pagine.
"Le lenti azzurre" si svolge in una claustrofobica
camera d'ospedale, dove una giovane donna temporaneamente cieca attende che le
vengano tolte le bende affidandosi a suoni e impressioni. Il recupero della
vista le mostrerà una realtà inaspettata.
"Gli uccelli" è la storia di un assedio e del
tentativo prima incredulo poi disperato di un contadino di barricarsi con la
sua famiglia in una casa isolata sulla scogliera inglese, contro un
incomprensibile, disumano e spietato attacco.
120 pagine di pura inquietudine.
Buone Letture
Emma&Valeria