Soltanto le cose che si pagano sono vere, che si pagano a prezzo di intelligenza e di dolore. E io non pagavo oramai, soltanto, che attraverso le banche.
(L. Sciascia, Todo Modo)
Stavo mettendo ordine nei pensieri, godendomi la tranquillità della domenica sera che vede concludersi tutti i riti della giornata e regala un po' di quieto silenzio. Una domenica come tante, ma percorsa da vissuti emozionali forti: la novità di questo blog, il tam tam sui social, le virtuali pacche sulle spalle di amici e conoscenti, la voglia di andare avanti e l'entusiasmo da contenere, ma anche qualche polemica, qualche malumore familiare, notizie non sempre buone, preoccupazioni del quotidiano. Insomma, emozioni dosate in maniera diversa ma quasi tutte presenti, sia positive che negative. Ecco perché mi sento sfinita. Ecco perché mi viene spontaneo aprire il libro di turno. Per farmi coinvolgere in un flusso di parole, situazioni, storie, personaggi che mi trascinano per un po' altrove, mi raccontano di loro, mi distraggono, ma mai del tutto da me stessa. Perché ad un certo punto inciampi in un periodo che sembra lì apposta per rimetterti improvvisamente di fronte alla tua realtà.
Uno schiaffo.
Toh, ma sta parlando di me. Mi sta dicendo qualcosa, sembra sia stato scritto proprio per dare una risposta alla domanda che mi stava assillando.
Questo riportare alla coscienza, come se fosse detto da altri, come se un altro paio d'occhi ti permettesse di guardarti dall'esterno o altre bocche ti dicessero di te, penso sia il potere più elevatamente terapeutico della lettura. Avevo iniziato a leggere pensando ancora a ciò che più mi aveva scosso della giornata, me ne stavo allontanando pian piano addentrandomi nella campagna siciliana di Sciascia, un'eco sempre più flebile, quand'ecco quelle parole, che balzano davanti agli occhi, come mi fossero urlate nelle orecchie.
Le cose vere si pagano: a prezzo di intelligenza. Di dolore.
É la definizione della consapevolezza. Che non può essere acquistata nemmeno a suon di milioni.
Consapevolmente é un avverbio che mi é sempre piaciuto.
Ce lo teniamo come una formula magica, su questo blog. Un Abracadabra.
Perché le parole sono importanti.
Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. Quando la letteratura è al suo apice ci sembra che d'improvviso ricordiamo qualcosa d'importante che sapevamo ma abbiamo scordato.
(O. Lagercrantz, L'arte di leggere e scrivere)
Emma