Il primo settembre è una data che inevitabilmente si carica di aspettative,
fauste o nefaste: a livello di immaginario collettivo e a dispetto di calendari
astronomici e condizioni metereologiche, segna la fine dell’estate.
Chi vi scrive lo fa con una temperatura esterna di ancora 34
gradi alle ore 20 (giornata tutto
sommato vivibile, se si considerano i picchi roventi che qui al sud questi
ultimi mesi ci hanno regalato): abbastanza lontana da un autunno agognato, insomma,
per cui la caccia alle nuove uscite editoriali è una sorta di scongiuro con la scaramantica
intenzione di accelerare l’avvento delle serate frizzanti, delle foglie che
cadono e dei primi plaid sul divano di lettura.
Me la vedo nera, tuttavia.
Mi consolo scegliendo, fra i titoli che escono oggi o nei prossimi
due mesi, quelli più accattivanti, che si attendevano da tempo o semplicemente per
la curiosità suscitata da autori ancora sconosciuti.
Come al solito la lista che segue è frutto di una scelta
assolutamente arbitraria, poco razionale e molto di pelle.
Come al solito, avrò, coscientemente o meno, saltato un sacco di copertine
che invece garberebbero a tanti.
Come al solito, avrò inserito nomi o tematiche che a qualcuno
causeranno orticarie o pruriti.
Ho provato ad inserire per ogni libro una (laconica, e non poteva
essere diversamente) risposta al “perché proprio questo?”
Ma chi leggerà potrà sempre integrare, commentare, cassare: magari
anche aggiungendo qualche libro che risale a qualche mese fa ma ritenuto
comunque imperdibile, il ricordo migliore, ad esempio, delle letture estive.
Vi lascio curiosare.
Attendendo un’aria più fresca: buona lettura.
Kate Tempest, Let them eat chaos, e/o
Una giovane artista inglese che sta suscitando molto scalpore perché
divenuta paladina della Londra degli emarginati: poetessa e musicista, “canta”
in questo romanzo le gesta di una generazione sperduta e confusa ma sempre pronta ad entusiasmarsi,
alla frenetica ricerca di legami ed esperienze che saldino le lacerazioni e
colmino il caos interiore.
Uno stile fresco e arrabbiato, lontano da populismi o facili
demagogie, magistralmente tradotto.
Perché è scritto in maniera genuinamente
schietta e per la incrollabile fiducia, sempre e comunque, nei giovani
Laurent
Gaudè, Ascoltate le nostre sconfitte, e/o
L’accattivante trama intreccia una vicenda nel Libano contemporaneo (una
spia francese ed un’archeologa irachena coinvolti nei loschi traffici dei tesori
dei musei arabi) con le gesta storiche di eroi del passato (il generale Grant, Annibale, l’imperatore d’Etiopia durante
il colonialismo fascista).
Personaggi molto
diversi e distanti nei tempi e nei luoghi che servono a costruire un’unica
testimonianza sull’inutilità della guerra e del concetto stesso di
vittoria.
Vincitore del
premio Goncourt (che per chi scrive è sempre una garanzia), l’autore sarà
ospite del Festival delle Letterature di Mantova nel settembre 2017.
Perché è contro qualsiasi idea di guerra
Yosuke Sakumoto, Il
giovane robot, e/o
Uno scienziato crea un robot il cui compito è rendere felici gli uomini;
mandato in incognita fra gli “umani”, entrerà presto in crisi nonostante la sua
intelligenza artificiale, i suoi circuiti e le sue capacità logiche.
O forse proprio per questo.
Una giovane donna ignara della sua natura proverà ad aiutarlo.
Una storia originale e delicata, soprattutto se si pensa che l’autore
l’ha scritta partendo dalla propria dolorosa esperienza con la schizofrenia.
Perché non bisogna mai smettere di
riflettere sulla nostra umanità, su uomini e macchine, su uomini/macchina.
Aleksandr Puskin, Evgenij Onegin, Quodlibet
Un patrimonio
della letteratura ristampato nella più bella traduzione fatta finora in
italiano. Una storia d’amore tutta ottocentesca scritta dal più grande poeta
russo e tradotta da uno dei maggiori studiosi e dei migliori traduttori di questa lingua. Il
suo primo Evgenij Onegin è del 1925,
in verso libero; una traduzione che ha continuato a rivedere, limare,
perfezionare per tutta la vita per arrivare a questa, insuperata.
Perché non si deve smettere di
frequentare l’incantato confine tra letteratura e poesia.
Roberto
Barbolini, Vampiri conosciuti di persona, La nave di Teseo
Una surreale
caccia al vampiro dall’appennino modenese al confine ungherese,
dalla seconda
guerra mondiale alla Transilvania.
Nazisti,
calciatori, violinisti, in un caleidoscopico romanzo ironico e visionario.
Una trama
inaspettata e insolita, una prova che può essere un azzardo ma sicuramente
intriga.
Perché i vampiri in letteratura acchiappano sempre, anche se
estrosi.
William
Kent Krueger, La natura della grazia, Neri Pozza
Romanzo di formazione
ambientato nel Minnesota: un momento di speranza per la nazione americana (è
stato appena eletto il giovane presidente JFK) coincide con l’improvvisa e
dolorosa crescita di un tredicenne che si ritrova coinvolto suo malgrado in un
mondo precocemente adulto, fatto di tradimenti, falsità, tragiche scoperte.
Perché lo hanno definito una “elegia dell’innocenza”
Joseph Andras,
I nostri fratelli feriti, Fazi
Un esordiente
molto acclamato ma che declina eventi mondani ed onorificenze, dichiarando che preferisce la scrittura alla notorietà: la trama è
ambientata in una città divisa tra due mondi e narra la tragica storia di un
giovane idealista.
In realtà Andras
romanza la vera storia dell’operaio francoalgerino che combattè per
l’indipendenza del paese ma fu scambiato per un terrorista.
Algeri nel 1956 è
lo scenario di una vicenda che mette in risalto le contraddizioni e la ferocia
della guerra “controsovversiva” francese.
Perché narra di uno dei periodi storici più cruenti e poco
conosciuti del secondo dopoguerra.
João Ricardo Pedro, Una cartolina da Detroit, Nutrimenti
In uno spaventoso incidente ferroviario perdono la vita molti studenti: a
partire dal ritrovamento di uno zaino, un ragazzo cerca di ricostruire gli ultimi giorni di
vita della sorella il cui corpo non viene identificato tra le vittime straziate
dalle lamiere.
Sarà altrettanto difficile individuare dai quaderni ritrovati
una persona che si credeva conosciuta e senza misteri e che si rivela invece
molto lontana dall’immagine familiare.
Pedro viene ritenuto il più interessante scrittore contemporaneo portoghese.
Perché sono rimasta incantata dal suo romanzo d’esordio, Il tuo volto sarà l’ultimo (Nutrimenti, 2015), e perché non
bisognerebbe mai fidarsi delle apparenze
Emiliano Monge, Terra Bruciata, La
Nuova Frontiera
Autore messicano
acclamato come una voce importante della nuova narrativa latinoamericana, in
questo romanzo narra dell’orrore e della solitudine dei migranti di tutti i
luoghi e di tutti i tempi, un mondo in cui gli
esseri umani sono merci, in cui la violenza dei sequestratori resta sconosciuta
al di fuori delle indagini giornalistiche.
Un titolo che rilancia anche la casa
editrice, che cambia la veste grafica con un
nuovo logo e nuove copertine, soprattutto per la collana “Liberamente” che
ospita anche questo testo insieme ad altre voci iberoamericane come Valeria
Luiselli e Paco Ignacio Taibo II.
Perché
talvolta i romanzi fanno più luce delle inchieste sulle drammatiche realtà
contemporanee
George Saunders,
Lincoln nel Bardo, Feltrinelli
Bardo in tibetano vuol dire
transizione: un momento di passaggio, una sospensione, un limbo.
Per Saunders è un coro di
spiriti che dall’America della guerra civile fino ai giorni nostri movimenta
una notte surreale, offrendo lo spunto per riflettere sulla vita e la morte,
sul dolore e il distacco, sull’assurdità delle esistenze umane.
La trama si
innesta sulla morte del figlioletto di Abraham Lincoln, consentendo a Saunders di
mettere alla berlina le grandi imprese umane di fronte al mai accettato evento
supremo di qualsiasi vita, di ogni individuo, mescolando la
tragedia all'ironia, scegliendo come protagonista del suo primo romanzo (fino
ad ora ha pubblicato racconti) un presidente americano.
Perché
i racconti di Saunders li ho trovati tutti geniali, irriverenti e cinici,
dissacranti e crudi nel mettere a nudo le pieghe dell'umanità.
Filippo
de Matteis, Cuori di seppia, elliot
Alcuni versi scritti da una prigionia e
rinvenuti casualmente mettono il giovane protagonista sulle tracce di una donna
misteriosa morta vent’anni prima.
Indagando su questi eventi remoti, si
ritroverà a dover fare i conti con una verità sconosciuta e con la propria
reale personalità, mascherata da un passato ignoto e da legami di sangue persi
nella memoria.
Perché
ci piacciono i noir psicologici e incuriosisce il giovane esordiente pugliese
Smith
Henderson, Redenzione, Einaudi
Un esordio che la
critica americana ha osannato, mettendo il nome di Henderson accanto a quello
di Raymond Chandler e Denis Johnson: un padre e un figlio coinvolti in una
disperata caccia all’uomo nelle valli del Montana, presi di mira dai federali
quando un assistente sociale segnala che l’uomo, affetto da manie religiose,
vive nei boschi con il malnutrito bambino.
Una storia di fanatismo e violenza,
di due individui braccati e di una rabbiosa ricerca che trasformerà tutti i
protagonisti.
Perché evoca quelle fughe da se stessi che
ognuno dovrebbe provare, una volta nella vita
Vladimir Nabokov, la gloria, Adelphi (copertina non disponibile)
La storia di un giovane gentile e idealista che
insegue i propri sogni e vagheggia imprese valorose percorrendo in lungo e in
largo l’Europa della rivoluzione bolscevica, dalla Crimea, alla Svizzera, alla
Germania, rimanendo sempre preda dei propri impulsi magici e di creature
femminili che lo stregheranno con una sapienza molto concreta che a lui sempre
sfuggirà.
Martin il protagonista si perde ogni volta nel
vago, nel proibito, celando una profonda insicurezza che regala al romanzo una
struggente malinconia.
Perché Nabokov va letto a prescindere
Luis Sepulveda, Storie ribelli,
Guanda
Racconti che ripercorrono
quarant’anni, dal 1 settembre 1973 alla morte di Pinochet.
Ricordi, testimonianza, vicende
che vedono protagonisti nomi come Saramago e Neruda, brevi storie dense a
ricostruire un’epoca terribile e ancora oscura, un Cile celebrato nella sua
bellezza naturale contaminata dal sangue di decenni di odio, la grande
scrittura di Sepulveda a narrare come solo lui sa fare una vita avventurosa.
Perché non si è mai stanchi di leggere Sepulveda
Perché non si è mai stanchi di leggere Sepulveda
Colson
Whitehead, La ferrovia sotterranea, SUR
Nell’Ottocento schiavista americano
esisteva una organizzazione segreta che aiutava le persone di colore a fuggire
verso gli stati abolizionisti.
Questa rete veniva chiamata “the
underground railroad” e Whitehead prende spunto dal nome per un’invenzione letteraria originale e
appassionante, una vera ferrovia sui cui treni la protagonista inizia il suo
viaggio verso la libertà.
Il romanzo è stato pubblicato in America
l’anno scorso vincendo sia il National Book Award
che il Premio Pulitzer ed è diventato il simbolo dell’antirazzismo.
Perché continuiamo a vivere tempi bui,
nonostante il tredicesimo emendamento
Megan Mayhew Bergman, Paradisi Minori, NNEditore
Una raccolta di racconti: vite comuni, i
problemi quotidiani, l’umano confrontarsi con la giornaliera costruzione del
sé, con la ricerca di affetti solidi, con l’inseguire mete e ambizioni.
Ogni storia unisce il protagonista ad un
animale, che siano quelli domestici con i quali si condivide la casa o
esemplari rari da studiare, a fondere in un’unica compassione tutte le creature
perché accomunate dagli stessi dolori,
dalla stessa estenuante lotta per l’esistenza.
Perché i racconti del quotidiano,
quando riescono, sono tra le più belle prove letterarie in generale
Simon Reynolds, Polvere di stelle, Minimum Fax
Lo scrittore americano è stato un accanito fan di David Bowie: in
occasione della sua scomparsa ha ripercorso, utilizzando la musica come
strumento critico, il periodo storico che va dagli inizi degli anni Settanta
fino ai giorni nostri.
Oltre ad una vasta panoramica sui fenomeni del
glam-rock più fmaosi, inglesi e statunitensi, Reynolds scopre un universo
artistico che nasce anche da suggestioni letterarie e filosofiche.
Una bella profondità analitica, oltre che l’accorato saluto di un
fedelissimo del Duca.
Perché we can be heroes, just for
one day, we can be us, just for one day
Arto
Paasilinna, Emilia l’elefante, Iperborea
L’irresistibile umorista finlandese ambienta questo suo ultimo romanzo in
un circo, la cui mascotte, una elefantina, si ritrova ad attraversare l’Europa
e la Russia per “tornare” alla natia Africa.
Paradossale e canzonatorio, tra situazioni grottesche e personaggi
improbabili (umani e non), il finale regala anche, spenti i riflettori e le
risate della sua nota penna, un amaro spunto di riflessione.
Perché sono pazzi questi finlandesi …
Adalet
Agaoglu, Una nebbiosa mattina di Ankara, L’asino d’oro edizioni
L’autrice è una attivista politica turca che ricostruisce, attraverso
la voce della protagonista (una aspirante suicida) le contraddizioni e la
bellezza umiliata della Turchia di Erdogan.
Un romanzo che svela, sotto la veste letteraria, una situazione
storica spesso occultata dalle fonti di informazione.
Perché certe voci raccontano
parole che altri non possono più dire
Rose Macaulay, La famiglia
Potter, elliot
Due fratelli si ribellano alla famiglia conformista nella
quale crescono, tra l’ipocrisia perbenista inglese, gli studi oxoniensi e la
ricchezza ostentata. L’autrice inglese, scrittrice
già dai primi anni del 1900, sotto l’influenza di Virginia Woolf e Anatole
France, fu una figura parecchio chiacchierata per l’età edoardiana: riuscì a
scattare la fotografia di un’epoca che già preludeva alla guerra, lasciandoci
un ritratto di un periodo controverso che se da un lato vagheggiava ancora i
fasti della regina Vittoria dall’altra si spendeva già nelle lotte per
l’emancipazione femminile e per la tutela dei diritti.
Perché fa sempre bene ravvivare
il ricordo di chi ha lottato per l’emancipazione
Mercedes Lauenstein, Di Notte, Voland
Venticinque storie scritte da un’ autrice tedesca al suo esordio: venticinque persone che fronteggiano gli abissi della notte pagando, nell’oscurità, il conto delle paure diurne.
Attratte dal silenzio e della solitudine, si ritrovano faccia a faccia con una donna che, in una Monaco silenziosa, sceglie una finestra rimasta illuminata, si siede con loro, beve, fuma, e li ascolta, in silenzio.
Lascia che le loro ombre più scure si proiettino sui muri, perché la luce del sole è troppo abbagliante perché esse possano danzare allungandosi. La loro vera vita comincia al tramonto perché c’è chi non può o non vuole dormire.
Perché prima o poi dobbiamo spegnere la luce ...
Perché prima o poi dobbiamo spegnere la luce ...