lunedì 13 febbraio 2017

Bugiardini: fra le letture di febbraio

La nostra selezione di titoli tra cui curiosare cercando balsami e cachet, poiché l'inverno è ancora lungo.


Mai senza un classico 
William Somerset Maugham "Moom", La diva Julia, Adelphi


Una lettura imprescindibile. Una prosa che culla e accattiva, che avviluppa pagina dopo pagina, che solo la melodia incantevole delle parole precise a disegnare la narrazione intorno è motivo di soddisfazione indefinita. Si aggiunga una trama semplicemente perfetta, che non perde mai il ritmo e tiene sul filo, che si segue senza mai essere scontata, ricca, densa, nella quale i personaggi si incastonano millimetricamente a restituire un quadro finale, quelle ultime venti pagine, che ti fanno spianare un sorriso trattenuto per tutta la lettura. Un sorriso di appagamento, di gratitudine. La diva è la grande attrice, la donna del palco, una vita recitata alla perfezione e forse non c'è altro modo di viverla, questa vita, se non interpretando parti, strappando sempre l'ultimo applauso, prima che agli spettatori, a te stesso.


Perchè la vita intorno potremmo essere costretti a costruircela 
Julio Cortazar, Componibile 62, Sur

Parlare dei libri di Cortazar è sempre difficile, perché é difficile leggerlo, ed è una difficoltà che va ben al di là dei misteri linguistici, delle trame irrisolte, dei personaggi che si confondono tra di loro. È la difficoltà dell'esprimere ciò che fa provare, quel territorio lontano in cui le parole evocano immagini e ricordi e stati d'animo e lo fanno con una potenza tale da lasciarti senza fiato e confuso. È sempre la stessa sensazione di ritrovarsi perdendosi, di riconoscersi in una galleria di specchi deformanti, di sapere cose che non sapremmo mai descrivere. 
Questo libro nasce da un capriccio di Rayuela, una storia che solo il lettore può decidere dove va e cosa racconta, è componibile, appunto, fornisce frammenti che sta a noi ricomporre, di modo che diventa un libro diverso per ognuno che lo legge. 
Il tentativo estremo di DIRE ciò che è contraddittorio, sfuggente, di ricordare un sogno svanito al risveglio, di cui restano brandelli sospesi che spariscono anche loro non appena si inizia a pensare, a riflettere. 
Una zona limbica, un universo di possibilità come un mazzo di carte a strapparci da mondi reali di senso e perfezione, in cui fingiamo sempre di non accorgerci che ogni cosa è se stessa e contemporaneamente il suo tragico contrario. 
La letteratura sta qui a ricordarcelo, senza farcelo capire, facendo semplicemente risuonare lontane eco nelle profondità più intime di noi stessi: e sono corde che vibrano sorde e che producono suoni che ci prendono, perché la musica non occorre capirla e conoscerla perché ci emozioni. 
Così è per le parole; così è per tutti gli amori non detti e non vissuti (ecco, si, di questo parla Componibile 62) che si raggomitolano su se stessi per sfuggire a compunte razionalità.


Inibitore dei lieti fini
Michael Cunningham, Un cigno selvatico, La nave di Teseo

In una rutilante e irriverente parata, Cunningham ripropone le fiabe classiche stravolgendole, rivoltandole, passando dalla parte del lupo cattivo, della strega, del maleficio. Con uno stile sferzante, serrato, sarcastico lontanissimo dalle frasi color pastello delle favole, disegna il mondo quale davvero è, quello del (dis)incanto, delle case di marzapane nel bosco che sono più ospitali della realtà fuori, di Biancaneve e il Principe avvelenati non già dalla mela ma dalla routine quotidiana, di piante di fagioli magici che fanno preferire i Giganti ai boscaioli. Perché i fortunati, gli eroi, i belli, i virtuosi vivono solo in sogni edulcorati, e noi "riusciamo a rovinarci con le nostre stesse mani" senza bisogno della rabbia di creature fantastiche o di sortilegi. Perché siamo eternamente insoddisfatti, livorosi, costretti ad ambire a felicità fasulle pur di emulare coloro che invidiamo senza renderci conto di quello che desideriamo senza convinzione. Perché non ci risolviamo ad agire e speriamo in una magia che non arriverà mai, frequentando solo i nostri lati oscuri. E tuttavia in qualcuna delle storie (le più belle) emerge uno spiraglio di luce, uno strappo piccolo (bellissimi "Tenace; stagno", parodia nera de Il soldatino di piombo e "Bestia"), gesti preziosi che rivelano un'umanità che può emergere solo a patto di rinunciare al lieto fine a tutti i costi. 

Fine della storia. Perché il "vissero per sempre felici e contenti" si abbatte sempre come una lama di ghigliottina.


Terapia a rinforzo: musica e parole
J. Cortazar, J. Munoz, L'inseguitore, SUR

Non che si sia in fissa con Cortazar. Vabene, si dirà la verità: lo si è. 
Ma le colorate copertine Sur non aiutano a guarire da certe dipendenze. 
La musica è la forma di espressione che canta le passioni umane in un modo intimo, struggente, profondo. Chi vive di musica sa cosa significa inseguire, componendo le note in scale, la realtà com'è per ognuno di noi, ogni volta diversa, dalle altre e dalla stessa che viviamo una volta deposto un sassofono o una chitarra o un microfono. È un'urgenza, un urlo, una risata, la gioia e la disperazione: e ci sono artisti che ritrovandosi umani solo suonando creano qualcosa di irripetibile. Cortazar riporta gli ultimi giorni di vita di Charlie Parker, nei panni del suo amico biografo Bruno, e con la maestria di cui solo lui è capace crea un racconto unico come il jazz del grande sassofonista. In una atmosfera intrisa di fumo, dolore, musica, tra locali sordidi e studi di registrazione narra la vita di un uomo tormentato e alla continua ricerca di qualcosa, un genio che implode su se stesso distruggendosi ma lasciando creazioni di rara bellezza che noi possiamo ancora ascoltare. Così come per fortuna possiamo leggerne, scritte da una voce che è essa stessa musica, che ci conduce davanti a quella porta che cerchiamo in mille modi, durante una vita, di aprire: a calci, sfondandola, fissandola muti. Quella che si apre con la musica, con le parole, con il -raro- coraggio di correre verso la propria umanità. Se si vive di musica oltre che di libri, "L'inseguitore" va letto. Si aggiunga che questa edizione è impreziosita dalle illustrazioni di Munõz, fumettista argentino: e queste bisogna solo guardarle.

Pur se nere, sempre favole ...
Mitch Cullin, Tideland, Fazi














Spiazzante. Un libro che risucchia dalle prime pagine, a seguire prima con animo curioso le vicende di una bambina dall'immaginazione potente e salvifica, poi con una sorta di allarme interiore crescente, quando ci si rende conto che la piccola non è che una Alice persa in una tana di Bianconiglio che tanto bianco non è. Surreale e grottesco, riesce comunque a restare aderente ad una realtà sconfitta, fatta di personaggi perdenti e soli, che non sanno adeguarsi a vite diverse da come le hanno sognate e ne abitano di proprie costruite su desideri male imbalsamati. Il tanfo della solitudine va coperto a colpi di vernice e immaginazione, e in effetti solo i bambini insegnano come si possa sopravvivere grazie a scoiattoli dalla personalità bizzarra, teste di bambole a fare compagnia e carcasse di autobus popolate da lucciole. 

Ci sono pagine da cui emerge un lirismo che non ti aspetti in uno scenario così decadente, altre che lasciano un'amarezza senza fondo, però si scampa riconoscendosi in quel cinismo che si impara da subito per accettare sia il bisogno d'amore che la mancanza dello stesso. 

Ricorda il Leroy di "Ingannevole è il cuore più di ogni cosa", anche se Cullin ha uno stile meno crudele, che in alcune belle pagine trasforma il deserto che molti abitano sin dall'infanzia in una realtà magica.




Buona Lettura
Emma&Valeria



Bibliopillola n.17 Per favorire il cambiamento

(una piuma di pavone non teme la superstizione ...)

Alessandra Minervini, Overlove, LiberAria

In tempi in cui si cerca un significato a tutto, la novità consiste nel non darne. Accettando mancanze, incompletezze, défaillances e procedendo in ordine sparso, un po’ improvvisando un po’ costruendosi percorsi di mosaici, tessera dopo tessera. 

Più che altro, una mappa che non è detto porti ad alcun tesoro. 

Potrebbe però non essere importante: se si perde e ci si perde, si trova qualcos’altro, conta essere in credito, far avanzare piuttosto che lesinare. 

Overlove: mai abbastanza. 

Conta non scivolare con piedi incerti, aggrapparsi alle parole nel tentativo di capirci qualcosa raccontandosi.

Prova d'esordio originale e accattivante. Con uno stile che nelle prime pagine sembra disorientare, che mischia insieme ricordi e racconto, che evoca lasciando brandelli sparsi di vicende, si vestono due personaggi che non possono che emergere da una narrazione frammentata e da ricomporre, come le loro stesse vite; la storia di Anna e Carmine è una storia d'amore, impossibile come tutte le storie d'amore, che guarda avanti senza riuscire a liberarsi del passato, inseguita da fantasmi che proprio perché non esistono sono impossibili da combattere. È la storia di una donna che rincorre una improbabile rockstar mentre in realtà cerca di sopravvivere alla propria libertà; di un uomo che tenta una seconda vita senza convinzione, aggrappato ad un sè al quale non riesce a rinunciare, imparando che siamo ció che rimane da ciò che manca. Tra di loro, uomini che riciclano fallimenti, scrittori che si trincerano dietro le parole degli altri, donne che si inventano personaggi da recitare alla TV per scongiurare la morte, e un pavone sopravvissuto che non rinuncia alla sua ruota se pur spiumata. 

Una lettura sopra le righe, una scrittura sapiente e comunque sempre consapevole di non poter mai risolvere nulla di umano: perché si può rivelare solo ciò che manca. 

Seguiamo, incoraggiamo, sosteniamo le novità: non si può resistere a ciò che cambia, e abbiamo bisogno di aria nuova, anche nel panorama editoriale, soprattutto nel mercato “libresco”. 

Chissà che non si possa partire proprio di qua. 

Dalle parole, come sempre, come fingiamo di dimenticare.

In bocca al lupo ad Alessandra e a LiberAria. 

martedì 17 gennaio 2017

Bibliopillola n.16 Del costruire e del distruggere

Quando un libro emoziona, coinvolge, spinge a riflettere nonostante una scrittura multiforme nei ritmi e negli stili, presenta tutti i requisiti per diventare una bibliopillola, un viatico indispensabile da portare con sé  e rileggere di tanto in tanto, con un sorso d'acqua e un respiro profondo.
 

Conoscere l'autore, il filosofo realista Tristan Garcia, è già di per sé una bella scoperta;  leggere poi questo suo romanzo a metà di formazione (uno sguardo a posteriori, malinconico e struggente, sull'infanzia e l'adolescenza) e insieme fortemente teoretico (riflette profondamente sul nuovo millennio segnato dall'immediato sgonfiarsi delle aspettative dell'ultimo decennio del XX secolo) è una grande esperienza che conta sapientemente su una invenzione originale. Nel libro si mescolano infatti una narrativa disimpegnata, immagino godibile anche per i più giovani (ci sono pagine fortemente cariche di quell'ardore adolescenziale che vorrebbe il mondo bruciato ai propri piedi, descrizioni dettagliatissime di luoghi e moti d'animo, brani ricchi di suspence, incursioni nel mistero che tirano in ballo credenze occulte) e tematiche specificamente filosofiche, con colte incursioni nella storia europea dell'ultimo secolo e richiami antropologici a figure molto amate dalla letteratura di tutti i tempi. 
E' la storia di un'amicizia; di un'infanzia che non vuole diventare adulta; di una Francia che non riesce a sentirsi al passo con i  tempi, ghettizzata in un razzismo conservatore di provincia; di una generazione mai cresciuta perchè troppo idealizzata da genitori consumati da un'idea di rivoluzione piccolo borghese; di una realtà che muta sensibilmente davanti agli occhi di tre bambini in un mondo carico di ingiustizia e soprusi in cui solo ciò che è diverso sembra salvarli; è la storia della diversità, di un ragazzino bellissimo che da angelo arrivato chissà da dove a proteggere degli scolari indifesi si trasforma agli occhi di una società, degli amici che avevano imparato ad idolatrarlo e addirittura di se stesso, in un demonio che procura solo guai, che è capace di fare del male, che non accetta di diventare uno fra tanti. 
E' la storia di un amore e di tutti gli amori, tormentato, incomunicabile, eterno. 
I protagonisti raccontano la loro storia (che si svolge dal 1981 al 1996) alternando le voci e i tempi delle vicende, dal presente confuso ad un passato incantato, dalle scorribande da scolari alle occupazioni studentesche del Liceo. Dalle piccole lotte quotidiane contro i bulletti di provincia a traffici e crimini ben più seri, in un angosciato passaggio ad un'adolescenza che li vuole adulti a tutti i costi, e nessuno di loro è preparato, nessuno di loro è in condizione di diventare responsabile di sé. 
Le testimonianze si fondono e confondono, la vicenda si chiarisce dolorosamente man mano che i protagonisti svelano  i segreti degli anni vissuti insieme, ed è riportandosi indietro che finalmente si raccontano ed arrivano a comprendersi per quello che erano e quello che sono. Le narrazioni diventano un gioco di interpretazioni, di vissuti confusi con speranze, falsi ricordi misti a sogni, addirittura finzioni a cui si è creduto per necessità. Il fulcro delle loro vite è lui, il sin da bambino seducente Faber (quanto potere in questo nome), forte, misterioso, deciso, terribilmente infelice poichè condannato a dare sempre un'immagine di sé per essere accettato finendo con il diventare la cattiva coscienza e il rifiuto di crescere di tutta una società intorno a lui. 
Consapevole del proprio ascendente, manipolatore per necessità delle vite altrui, vive in una perenne ascesa nella considerazione del mondo che gli ruota intorno della quale non può fare a meno: per questo l'inevitabile caduta sarà catastrofica e trascinerà con sé tutti gli altri. Il "faber" è colui che realizza, costruisce, edifica, anche la propria fortuna: ma proprio la sorte di chi è destinato a levare mura per proteggere si rivela spesso infausta ed è un attimo precipitare dalle altezze di un deus ex machina alle macerie sparse per terra di ali spezzate.  
Alla fine, si diventa adulti: vengono meno tutte le aspettative, si rinuncia alle risposte (e anche alla capacità di domandare), e ciò che splendeva (chissà se è davvero esistito) diventa addirittura irriconoscibile. E non si tratta della morte di un solo dio:
diventiamo tutti angeli caduti davanti alle promesse mancate. 

Lettura imprescindibile per una solidarietà da umani a metà strada fra un cielo troppo carico di giuramenti ed una terra di sogni infranti. 

I demoni non sono altro che gli idoli dell'infanzia dell'umanità. Quando l'umanità è invecchiata, non ha più sopportato gli dei della sua giovinezza: si è sentita ingenua e colpevole. Non poteva guardare negli occhi la propria puerilità. Allora ha attribuito tutti i mali di cui era responsabile a coloro che aveva amati e che avevano vegliato su di lei. Ecco di cosa siamo colpevoli e cosa ci spaventa nei diavoli: aver creduto in loro e averli traditi. 

Alla fine della lettura, si consiglia di osservare con attenzione la copertina per almeno un minuto.

lunedì 9 gennaio 2017

Bibliopillola n. 15: Una vita come tante?

Tutto ciò che Jude comunicava lasciava intendere che non voleva essere aiutato. Eppure, non riusciva ad accettarlo. La domanda era come si potesse ignorare la richiesta da parte di un'altra persona di essere lasciata in pace - anche a costo di compromettere l'amicizia. Era come un cane che si morde la cosa: come si può aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato, sapendo che se non tenti almeno di farlo non sei un vero amico? Parlami, avrebbe voluto gridare a Jude certe volte. Raccontami qualcosa. Spiegami che cosa devo fare per convincerti a parlarmi.
(Hanya Yanagihara - Una vita come tante, p. 348)


Non mi è facile parlare di questo libro. L'ho acquistato lontana da casa, tra le mille preoccupazioni per una persona cara che non stava bene, attirata, ancora oggi non saprei dire perché, dall'espressione di sofferenza del viso in copertina. Non potrò mai scinderne la lettura dai giorni in cui sono stata preoccupata, ma circondata dai miei cari, ad un passo dalle vie dove ho vissuto gli anni più belli della mia vita, costruito alcune delle più importanti relazioni, alcune ancora vive, altre purtroppo concluse da tempo, ma non meno vive nella mia memoria.
È con grande tristezza che ne ho letto le ultime righe, con la consapevolezza di essere stata più volte sul punto di piangere e di non averlo fatto solo per una mia abitudine a non fermarmi, ad andare oltre, a non ascoltarmi. Mi mancheranno i protagonisti di questo libro, mi mancherà la loro vita per quanto più di una volta mi abbia quasi irritato per il fatto di essere veramente lontana dall'essere "una vita come tante" come promette il titolo.

La tristezza maggiore però è per la consapevolezza, che da sempre mi porto dentro, che nessun aiuto può esser dato a chi non riesca a volerlo.
Non è facile parlarne. È un libro immenso, segue i personaggi dal college fino ai 60 anni e i temi affrontati sono talmente tanti che credo che ognuno ci possa trovare i suoi.
Tra quelli che hanno toccato me: l'amicizia, la voglia/paura di crescere, di perdere le emozioni, la sensibilità dei vent'anni; l'identificazione sessuale, la tossicodipendenza, la violenza, il trauma, la genitorialità, ma soprattutto, almeno per me, il dilemma tra la voglia-il dovere di fare qualcosa per le persone che amiamo quando le vediamo in difficoltà e la sensazione che ogni volta che lo facciamo stiamo commettendo, paradossalmente, una prevaricazione, se l'aiuto non ci è stato chiesto, un atto egoistico. Dov'è il confine tra quello che facciamo per l'altro e quello che facciamo per noi? Quando è "giusto" lasciar andare l'altro, rispettando la sua libertà, anche se sappiamo che sta facendo male a se stesso (e a noi)?
È che, davvero, leggere è un'esperienza talmente proiettiva che non si può parlare di un libro senza parlare di sé stessi ed il motivo per cui, allo stesso tempo, credo così tanto nella biblioterapia e nella quasi impossibilità di trovare un libro che vada bene, sempre allo stesso modo, per la stessa persona, per le stesse emozioni. 
In certi punti l'ho trovato assurdo, eccessivo. Mi son fatta un'idea solo vaga del perché l'Autrice abbia scelto di dare ai personaggi tanto successo e tanta sofferenza in vite che, veramente, sono tanto lontane dall'essere "come tante". Eppure non posso fare a meno di sapere che certe dinamiche vanno ben oltre l'essere "come tante" e sono in realtà di tutti noi.
Potrei dire che, a tratti, mi è sembrato lungo, che fino alla fine ho fatto fatica a collegare alcuni nomi alla storia, che i continui cambi di voce narrante all'inizio mi esasperavano ma alla lunga ho amato ciascuno di quelle voci, potrei parlare di come, alla Rashomon, l'Autrice spesso faccia descrivere lo stesso episodio da voci e prospettive diverse attraverso salti temporali e digressioni che riportano sempre al punto di partenza. Se sapessi farlo, potrei commentare lo stile e la scrittura ma la verità è che, di questo libro, a toccarmi è stata la vita e questo va oltre ogni tipo possibile di recensione.

Avrei tante cose da dire, forse, ma proprio come chi non sa come dirle, come chiederle, me le tengo per me nell'eterno dilemma tra dare ragione ai miei mostri o ai sorrisi di chi dice di amarmi.
 
Assumetelo nelle dosi che preferite, con la frequenza con cui riuscite e se la pillola dovesse risultare, a tratti, amara non scordate che il poco di zucchero tanto caro a Mary Poppins potrete trovarlo in un abbraccio, che potete anche chiedere senza timore che il chiedere ne raffreddi il tepore.

 
 

martedì 3 gennaio 2017

Primo Bollettino del 2017



Bentrovati tutti e Buon 2017!
Questo Bollettino racconta un po’ di curiosità raccolte sui siti delle nostre case editrici preferite per ingolosirci sulle uscite libresche di quest’anno nuovo.
Abbiamo scelto fidandoci di sensazioni, senza ovviamente alcuna pretesa di esaustività.
Inoltre, sperando di fare cosa utile, alleghiamo un calendario sintetico (elencarli tutti sarebbe impossibile, anche perché sono in costante aggiornamento) degli eventi dedicati ai libri e all’editoria, mese per mese.
Spiccano novità degne di nota come a maggio la Fiera Internazionale del Libro di Teheran con l’Italia ospite d’onore, in nome di un rilancio dei rapporti culturali fra i nostri paesi.
L’editoria iraniana nutre infatti grande interesse per il pubblico dei ragazzi e non a caso da anni partecipa alla Bologna Children’s Book Fair ed ha intenzione di essere presente l’anno prossimo anche al Salone del Libro di Torino, chiedendo per questo collaborazione all’Italia, soprattutto nel campo delle traduzioni. Staremo a vedere.

Nel frattempo, spulciando qua e là, vi segnaliamo, per questo primo scorcio di 2017:

Corbaccio ripubblica in questi primi giorni del mese Silenzio di Endo Shusaku: il testo a cui si è ispirato Martin Scorsese per il film al quale ha lavorato negli ultimi venti anni, Silence, che ripropone le persecuzioni subite dai cristiani durante il periodo Tokugawa nella prima metà del XVII secolo in Giappone (l’anteprima è stata proiettata in Vaticano lo scorso novembre davanti ad un pubblico ristretto di padri gesuiti). 
Sempre questo mese esce La donna dai capelli rossi di Orhan Pamuk, edito da Einaudi, la storia di un liceale nella Istanbul di metà anni Ottanta che vede il padre arrestato dal governo e torturato dalla polizia a causa delle sue frequentazioni politiche. Il giovane andrà a lavorare in una libreria sognando di diventare uno scrittore fino a che incontrerà una bellissima attrice dai capelli rossi che cambierà per sempre la sua vita.
Yann Martel, autore di “Vita di Pi”, torna in libreria con con Lo sguardo di Odo, un romanzo che esplora il rapporto filosofico, sentimentale e psicologico tra uomo e animale (a marzo per Sperling&Kupfer, copertina non ancora disponibile).
Nello stesso mese Einaudi pubblicherà l’ultimo titolo di Ian McEwan, di cui si è fatto un gran parlare anche per la trama: è raccontato dal punto di vista di un feto. I temi presenti in Nutshell  (questo il titolo originale) non sono nuovi a McEwan, già presenti in  libri come Bambini nel tempo, La ballata di Adam Henry e lo stesso Espiazione: la corruzione degli innocenti, la preoccupazione per il futuro del mondo, e in particolare dell’Europa, strettamente legata all’attualità degli ultimi anni, compresa la recente crisi dei migranti. Un azzardo che al momento risulta apprezzato.


Adelphi propone Il gaucho insopportabile di Roberto Bolaño, il primo libro pubblicato dopo la morte dello scrittore cileno: cinque racconti bellissimi e due conferenze nelle quali parla apertamente, e in modo struggente, della malattia e dell'approssimarsi della morte e del controverso rapporto con gli scrittori sudamericani.
Per Guanda esce Il sovrano delle ombre, di Javier Cercas, che riaffronta la tematica dell’eroe, già presente in Soldati di Salamina,  e insieme interroga le tragedie del ‘900 (lo sfondo è il franchismo).

E/O dà alle stampe un nuovo thriller del giallista francese Michel Bussi, Non lasciare la mia mano (copertina dell’originale).
Rilevante anche Il nido (Fazi), parabola esistenziale dell'australiano Tim Winton, due volte finalista al Man Booker Prize, autore di apprezzati racconti e sicuramente da seguire.

Per SUR esce questo mese J. Azuela, Quelli di sotto: pubblicato a cento anni dalla sua prima uscita, un classico della letteratura messicana della rivoluzione. 
Il protagonista è un contadino che abbraccia la rivoluzione quasi suo malgrado, più per una concatenazione di eventi che per dei fervidi ideali, e che terminerà la sua parabola, alla scena finale del romanzo, senza aver davvero compreso per quali valori sta lottando. 


Infine per Marcos y Marcos, il 12 gennaio torna In fuga con la zia di Miriam Toews, un indimenticabile “on the road” e, a febbraio, esce il premiato autore svizzero Thomas Hürlimann con L’ombrello di Nietzsche, un piccolo gioiello.







Questi racconti sono usciti a novembre per Minimum Fax ma ve li proponiamo perché deliziosi rompicapo di logica e insieme impeccabili racconti gialli partoriti dalla penna nientedimenoche di Isaac Asimov: I Vedovi Neri (Beat) sono un gruppetto di professionisti che si incontrano a cena una volta al mese per dibattere e risolvere, con l’indispensabile aiuto del camieriere Henry, il caso misterioso che gli viene sottoposto dall’ospite di turno. Dodici irresistibili giochi di deduzione e di logica in cui si viene provocati, divertiti, sbalorditi. Non senza qualche brivido, e molte risate.


Dovremo aspettare invece l’autunno per il romanzo vincitore del National Book Award The Underground Railroad di Colson Whitehead, colpo grosso incassato da Sur, e per scoprire il nuovo libro di Patrick McGrath, The Wardrobe of Mistress: la trattativa si è appena conclusa, uscirà con La nave di Teseo in contemporanea con l'edizione inglese. Ma avremo modo di riparlarne.


Ecco quindi le date degli eventi da segnare:

FEBBRAIO 2017
- Dal 2 al 5 febbraio al teatro Franco Parenti di Milano il festival I Boreali;
- Dal 3 al 5 febbraio a Suzzara, in provincia di Mantova, NebbiaGialla Suzzara Noir Festival
– Dal 18 al 19 febbraio a Modena Buk – Festival della piccola e media editoria;
– A Palermo l’assegnazione del Premio Letterario Internazionale Mondello (data da definire);
MARZO 2017
– Dal 14 al 16 marzo a Londra The London Book Fair;
– Dal 16 al 19 marzo a Roma Libri Come;
– Dal 24 al 26 marzo a Milano Bookpride;
– Dal 24 al 27 marzo a Parigi il Salone del libro;
APRILE 2017
Il premio Andersen – Il mondo dell’infanzia (data da definire);
– Dal 5 al 9 aprile a Perugia il Festival del giornalismo;
– Il 10 aprile l’assegnazione dei premi Pulizter;
– Dal 19 al 23 aprile a Milano la fiera Tempo di Libri;
– Il 23 aprile ricorre la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore;
– Dal 26 aprile al 2 maggio ad Abu Dhabi l’International Book Fair;
– Dal 28 aprile all’1 maggio Napoli Comicon;
MAGGIO 2017
-Dal 3 al 13 maggio 2017 la Fiera Internazionale del Libro di Teheran con l’Italia Ospite d’onore;
– Dal 4 al 7 maggio a Rovigo il festival Rovigoracconta;
-Dal 10 al 14 maggio a Perugia il Festival Encuentro – Festa delle letterature in lingua spagnola;
– Dal 18 al 22 maggio a Torino il Salone del libro;
– Dal 26 al 27 maggio a Pistoia Dialoghi sull’uomo, il festival dell’antropologia contemporanea;
– Dal 25 maggio al 4 giugno in Galles il festival Hay-on-Wye;
– Dal 31 maggio al 2 giugno il festival Bookexpo America – Bea;
GIUGNO 2017
– Dall’1 al 4 giugno a Ivrea il festival La grande invasione;
– Dall’8 all’11 giugno a Cagliari il festival Leggendo Metropolitano;
-Dal 9 all’11 giugno a Napoli il festival Un’altra galassia;
– Il 14 giugno l’assegnazione del Man Booker International Prize;
– Il 14 giugno la votazione in casa Bellonci, a Roma, della cinquina del premio Strega (data provvisoria);
– Dal 14 al 17 giugno a Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia, il festival Leali delle Notizie;
– Dal 16 al 18 giugno a Ragusa il festival A tutto volume;
– Dal 16 al 18 giugno a Rimini il festival Mare di Libri;
– Dal 24 al 28 giugno a Taormina il TaoBuk festival;
– Dal 29 giugno al 2 luglio a Gavoi, in Sardegna, il festival Isola delle storie;
– A giugno il Premio Planeta de Novela (data da definire);
– Da giugno a luglio Milano e altre città la Milanesiana (date da definire);
– A Ventotene Gita al Faro (date da definire);
– A Firenze il Premio Gregor von Rezzori – Festival degli scrittori (date da definire);
– A giugno a Palermo il festival Una marina di libri (data da definire);
– Dal 1° giugno al 1° settembre Borgate dal Vivo;
-Dal 23 giugno al 2 luglio a Viterbo il festival Caffeina;
-Tra giugno e luglio, a Roma, nella zona di Ponte Milvio, la rassegna Libri a Mollo (date da definire);
LUGLIO 2017
– Il 6 luglio la finale del premio Strega (data provvisoria);
– Dal 6 al 9 luglio a Polignano a Mare il festival Il Libro Possibile;
– A Capalbio 29 luglio al 5 agosto il festival Capalbio Libri (date da confermare);
– A Pontremoli il premio Bancarella (data da definire);
– All’Isola d’Elba Elbabook, festival dell’editoria indipendente (date da definire);
– A Barolo, nella Langhe, il festival Collisioni (date da definire);
-A Pontremoli il premio Bancarella (date da definire);
SETTEMBRE 2017
– Dal 1 al 3 settembre a Sarzana il Festival della Mente;
– Dal 6 al 10 settembre a Mantova il Festivaletteratura;
– Dal 7 al 10 settembre a Camogli il Festival della Comunicazione;
– Dal 13 al 17 settembre a Pordenone il festival Pordenonelegge;
– A Venezia la finale del premio Campiello (data da definire);
– A Livorno il Festival sull’Umorismo (date da definire);
– A Treviso il Treviso Comic Book Festival (date da definire);
-Dal 25 settembre all’1 ottobre a Boves (Cuneo) il festival Boves Letteraria;
OTTOBRE 2017
– Dall’11 al 15 ottobre a Francoforte la Fiera del libro-Frankfurter Buchmesse;
– Il 17 ottobre l’assegnazione del Man Booker Prize;
- In data ancora da definire, l’annuncio del premio Nobel per la letteratura;
- In data ancora da definire il Festival Giallo Garda
NOVEMBRE 2017
– Dall’1 al 5 novembre Lucca Comics&Games;
– Dal 10 al 12 novembre a Chiari (Brescia) la Rassegna della Microeditoria;
– Dal 10 al 12 novembre la rassegna Pisa Book Festival;
– Intorno a metà mese e Cuneo Scrittorincittà (date da definire);
– A novembre assegnazione del premio Goncourt (data da definire);
– A Milano Bookcity (date da definire);
– A Guadalajara la Feria Internacional del Libro (date da definire);
DICEMBRE 2017
– Dal 6 al 10 dicembre a Roma la fiera della piccola e media editoria Più libri più liberi;

(fonte IlLibraio)


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