Ricordo, anni fa, l'apertura di un
nuovo mega punto vendita di un noto marchio dell'Editoria
sapientemente organizzato intorno ai primi di dicembre. Ricordo le
file di clienti alla cassa quell'anno, e ricordo come si disse che
mai come per quel Natale in città furono regalati libri e prodotti
editoriali.
Mi sono spesso chiesta quanti di quei
libri fossero stati scelti e regalati col cuore, quanti di quei libri
siano stati poi effettivamente letti e quanti invece abbiano solo
occupato qualche centimetro di spazio in una libreria. E mi sono spesso chiesta come ho scelto
gli innumerevoli libri che ho regalato e come sono stati scelti gli
altrettanto innumerevoli che ho ricevuto in dono.
Perché, è innegabile, se è vero che
ricevere un dono è piacevole e talvolta lenitivo, è anche vero che
donare è spesso altrettanto terapeutico e che, al contrario ricevere
è talvolta poco meno che un fastidio se ci lascia la
sensazione di sentirci in debito o che il dono non sia realmente sentito.
E al di là delle diverse teorie sul
donare e sul ricevere, sarà che son di parte, ma non riesco a non
pensare che regalare e ricevere libri sia un'esperienza che dona un
sapore diverso alla vita.
Va bene, sono di parte.
Sono sicura che
in tanti avranno ricevuto un libro in regalo e un attimo dopo averlo
scartato gli avranno trovato un posto da qualche parte (gamba del
tavolo troppo corta, rialzo per il tablet, libreria... magari...), ma
parliamo di quelli per cui le parole hanno un senso, per cui anche
solo il tenere un libro tra le mani riempie la giornata.
Va bene, parliamo di me.
Ho ricevuto e scelto tanti libri nella
vita e, ad essere sincera non saprei nemmeno dire se preferisco
riceverli o regalarli, anche se sospetto una leggera propensione per la
seconda.
Ho ricevuto libri che ho amato e che ho
odiato, libri che ho trovato in sorprendente sintonia con me stessa e
libri che non sono riuscita nemmeno a finire per quanto erano
distanti da me, tutti indistintamente, però, mi hanno sempre detto
qualcosa della persona che me li stava regalando e, soprattutto, di
me.
Ho ricevuto libri che mi hanno permesso
di sentirmi amata, vista, conosciuta. Ho ricevuto libri che mi hanno
permesso di sguazzare in dolori momentanei e di uscirne con la
consapevolezza di essere sopravvissuta (come scordare la sorprendente
lucidità e tempestività del gruppo di colleghi che mi regalò
Follia di Mc Grath appena pubblicato!?)
Ho ricevuto libri che ho accolto con la
curiosità di trovare all'interno una parte importante di chi me li
stava donando (l'intera saga Malaussene, Le parole di Sartre, Mr Gwyn
di Baricco) e che mi hanno dato la sensazione di ricevere in dono un
pezzetto di anima.
E quando ho regalato? Come ho scelto?
Pensando a me o alla persona a cui dovevo fare il regalo?
Mi sono
chiesta spesso se, nello scegliere un libro sia più giusto scegliere
secondo i propri gusti o secondo i gusti di chi riceve e la risposta
che mi sono data è che, come in tante situazioni, dipende dal tipo
di relazione, da ciò che si desidera veramente donare all'altro, da
quanto si è pronti a mettersi in discussione. E allora ho più
regalato secondo i miei gusti, dando, di volta in volta, un pezzetto
diverso della mia anima: La città di K della Kristoff e Jules e Jim
di Roche sono esempi di libri che ho regalato più di una volta, ma
altri ce ne sono sicuramente che per qualche motivo ho già scordato.
Concludo con due tipi di regali che
negli ultimi anni mi hanno scaldato il cuore, sia nel momento della
scelta che al momento dell'apertura del pacchetto: i libri scelti
dalla mia libreria, o ricevuti in dono da qualcuno che a sua volta se
ne è privato, per me!, e i libri scelti per i bambini.
Da ex maniaca ossessiva compulsiva
dell'accumulo e del possesso dei libri, scoprire di poter donare un
pezzo veramente mio è stato uno dei più grandi regali che
ho fatto al mio benessere e al mio disturbo compulsivo e ricevere un
libro che ha respirato tra le mani di qualcuno che stimo è un
onore oltre che una piccola perla di affetto.
E regalare libri ai bimbi... che dire?
Meglio niente forse... non ci sono parole per descriverlo.
Ci siamo chieste ieri, dietro i banconi
della Farmacia se questi primi post non fossero troppo
autoreferenziali e la risposta è stata forse si, ma è un po' così
che vorremmo fosse la nostra farmacia: con la possibilità per chiunque passi di qua di lasciare un po' di sé,
autoreferenzialmente. È per questo che in coda a questo post ve la
butto un po' lì': regalateci le vostre esperienze di regali. Cosa
avete regalato, cosa vi hanno regalato? Ma soprattutto: che effetto
vi ha fatto? Quando vi ha curato o quando vi ha fatto male?
Entrate pure, prendete il libro che
volete e lasciate un pezzetto di voi e se non siete sicuri di cosa
scegliere... provate a chiedere... magari insieme troviamo un libro
diverso.
Valeria
Saró molto onesta: mi piace regalare libri perché prevalentemente trovo che sia un modo per farmi capire. Per avvicinarmi. Per presentarmi.
RispondiEliminaMi assumo la responsabilitá di quello che sto per scrivere: la maggior parte dei libri che regalo voglio che veicolino qualcosa di me al destinatario. Un offrirmi. Questo presume che regalo libri solo a persone a cui tengo, a persone alle quali vorrei dire tanto di me, talvolta tutto e subito, altre solo sussurrando particolari snocciolati un pò per volta, con parsimonia e discrezione... ma comunque tramite parole e voci che non sono le mie ma che sento tali. Azzardo: potrebbe risultare anche una forma di mascheramento. Un pó farsi scudo dietro storie che in fin dei conti non sono certo proprio la tua.
Si tratta nsomma instaurare un delicato canale di comunicazione indiretta.
Ovviamente, regalo anche per la gioia di far provare a qualcuno le stesse emozioni che mi hanno attraversata leggendo un determinato libro. E questa é una condivisione vera e propria, riservata a pochi intimi.
Regalo per tentare di avvicinare alla lettura: e questo accade con gli adolescenti con i quali lavoro o a me vicini.
Rileggendo quello che scritto sin qui, tutte queste forme, diverse fra loro, mi sembrano comunque un atto d'amore.
Infine, certo che mi piace ricevere libri: ma fra il suggerire titoli che vorrei leggere e il riceverne di inaspettati, frutto solo dell'attenzione e della ricerca da parte di chi con cura sceglie appositamente per farmi piacere.... beh.... Meglio quest'ultima modalitá, no? Ahimé.... Accade raramente.